L'anno nuovo porta buone notizie per i buongustai di Firenze Nord. Udite udite, dopo un anno e mezzo di stop, la storica panineria "Na'nticchia" riapre i battenti in via Taddeo Alderotti 8/r (angolo Hotel Careggi), proprio dietro il Polo Universitario di Morgagni ed a pochi minuti dai vecchi e affezionatissimi clienti di Novoli.
Da queste parti, infatti, sono davvero in pochi a non conoscere il "piacere del panino" di Eugenio, cosentino di origine, che dall'ormai lontano 2003 fonde i sapori forti della tradizione gastronomica contadina calabrese con la cultura fiorentina del panino. Così – a pane e 'nduja – "i' Calabrese" ha sfamato generazioni di studenti e non solo. Ebbene, non si dica che a Firenze non si può mangiare bene spendendo il giusto! Chi, come il sottoscritto, ha vissuto gli anni universitari in quel di Novoli, ricorda bene l'arte di destreggiarsi tra i vassoi della mensa o, in alternativa, cafè e supermarket radical chic sorti come funghi sull'onda della "riqualificazione" del quartiere. Risultato: code sfiancanti e rapporto qualità-prezzo non proprio benevolo.
Invece, per chi amava l'autenticità delle cose buone fatte alla vecchia maniera c'era "Na'nticchia". Un'espressione che in dialetto calabrese indica una "piccolissima quantità" di qualcosa. In realtà, nulla di più lontano dalle notevoli dimensioni di sfilatini e schiacciate custodite in una grande cesta di vimini e dalla generosità del companatico. All'ora di punta, la vecchia latteria che ospitava "Na'nticchia" diventava un chiassoso brulicare di avventori, un formidabile luogo di incontro animato da mille voci, chiacchiere e battute, senza dimenticare gli immancabili dibattiti sulla buona cucina, ispirati ovviamente dalla vista del lungo bancone ricolmo di salumi, formaggi, verdure e salse assortite.
L'insieme di questi elementi sapientemente dosati ha fatto entrare il panino di Eugenio nel Pantheon dello street food fiorentino – e non mi riferisco certo a quello posticcio spenna-turisti – accanto a i' Lampredotto, la schiacciata di' Vianino o i migliori kebab. Ma forse "Na'nticchia" ha una marcia in più, che non sta solo nella qualità del cibo e nei prezzi low-cost, ma nell'atmosfera familiare a metà tra l'osteria e la fiera di paese, nell'allegra spensieratezza che vi si ritrova e nella cultura dell'ospitalità e dell'abbondanza, trasportate fin qui dalla lontana terra del Sud. Preparatevi, dunque, ad un istrionico ristoratore che conosce tutti i suoi clienti per nome, con i quali ama conversare e dei quali sa leggere i gusti, amalgamando gli ingredienti giusti per assemblare il panino perfetto per ognuno di essi.
La notizia della chiusura dello storico esercizio, un anno e mezzo fa, è stata perciò un duro colpo per molti. Ma oggi "Na'nticchia" è di nuovo in pista con i suoi cavalli di battaglia. Uno dei pochi posti – se non l'unico – dove poter gustare la celebra 'Nduja di Spilinga o la Stracciatella pugliese, ma anche la schiacciata con la Finocchiona toscana e ancora capicollo, spianata piccante, prosciutti, pecorini, caciocavallo e molto altro, il tutto condito da ottime salse, tra cui quelle piccanti preparate a mano con i peperoncini calabresi.
Infine, qualche piccolo consiglio per chi appresta ad entrare nel mondo di "Na'nticchia": primo, se non riuscite a scegliere tra i prodotti del suo bancone lasciate fare a lui, non ne rimarrete delusi. Secondo, se vi piace il peperoncino non sfidatelo dicendo che lo mangiate a colazione o pavoneggiandovi per quella volta quando per scommessa lo avete mangiato a morsi, altrimenti rischiate di pentirvene sul serio!
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