In base al cosiddetto "accordo di Parigi", firmato nel 2015 dalla maggior parte delle nazioni, ogni cinque anni si tiene una verifica degli impegni sottoscritti in tema di cambiamenti climatici. Per adempiere a ciò, e per valutare la situazione e sperabilmente per prendere nuove misure, dal 31 ottobre prossimo, a Glasgow, sotto la presidenza del Regno Unito, (ma con la "partnership" italiana) si terrà la ventiseiesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, denominata "COP26". (1) Questo incontro si terrà dopo essere stato posticipato di un anno a causa della pandemia di Covid.
Nella riunione preparatoria che si era svolta a Milano dal 30 Settembre al 2 di Ottobre scorsi, era stato ufficialmente detto che i punti salienti di questa conferenza avrebbero dovuto essere: un maggiore impegno per mantenere il riscaldamento globale a livelli accettabili, un fondo da 100 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo, il proseguire della redazione del regolamento attuativo per l'esecuzione degli accordi già presi , e le misure per disincentivare gli investimenti in ricerche sui combustibili fossili.
Questa conferenza non è neppure iniziata, e già cominciano a correre voci inquietanti su cosa avvenga "dietro le quinte". Infatti, vari organi di stampa (2) riportano oggi la notizia secondo cui varie nazioni starebbero organizzando un lavoro "di lobby" al fine di "imbellettare" il rapporto degli scienziati su cosa si debba fare per affrontare I cambiamenti climatici.
Tutto ciò "verrebbe fuori" da una "soffiata", pubblicata dalla BBC. (vedi nota 2). Arabia Saudita, Giappone e Australia sarebbero i principali paesi che, in misura e per motivi diversi, si opporrebbero alla riduzione dell'uso dei combustibili fossili. Varie "resistenze" ci sarebberò però anche da parte dell'India, della Cina, della Norvegia e dell'Argentina. Sembra inoltre che la Svizzera sia contraria ai finanziamenti verso i paesi più poveri per far adottare tecnologie meno inquinanti (3).
Sebbene il nuovo presidente americano Biden sia noto per non essere un "negazionista" sul tema dei cambiamenti climatici come il suo predecessore, non è ancora molto chiaro con che intenzioni gli Stati Uniti arriveranno al vertice. Da quella che potremo definire "l'altra parte", il presidente russo Putin non ha mai dimostrato un grande coinvolgimento in questa lotta di tutta l'umanità, tanto che non parteciperà di persona alla conferenza, come non lo farà il presidente cinese Xi Jinping (4). Probabilmente il ruolo di "traino" spetterà alla Ue, che in questo momento "ha i suoi problemi" nel presentarsi come "una sola voce" (vedi la recente diatriba con la Polonia, oltre alla mai risolta posizione dell'Ungheria all'interno dell'Unione), oltre forse al Regno Unito (che purtroppo immagino sia mosso tutt'al più da motivi di immagine, e che quindi "non ne farà una questione di principio"). E' chiaro del resto che paesi come il Brasile non abbiano una leadership interessata a un costruttivo approccio all'argomento. Molte nazioni inoltre non potranno partecipare per vari problemi a questa conferenza (5).
Tutto ciò è assolutamente allarmante. Questa conferenza "cade" nel momento in cui alcuni paesi stanno ancora lottando per uscire dalla pandemia di Covid, mentre gli altri sono preoccupati principalmente dei mancati guadagni nelle tasche dei soliti noti. In molti paesi si sono svolte numerose proteste (vedi ad esempio I cosiddetti "Friday for future) per cercare di sensibilizzare la classe politica nonchè quella imprenditoriale sull'importanza del tema, ma a tutt'oggi sembra che la preoccupazione dei vari leader sia soprattutto rivolta a come ingrassare i soliti pescecani della finanza.
La scorsa estate, i disastri causati dai cambiamenti climatici, ricordiamo ad esempio l'anomala ondata di caldo sulla costa pacifica del Canada, sono stati tremendi. E' chiaro che "di questo passo non si và da nessuna parte".
Fabrizio Cucchi, DEApress
(1)https://it.wikipedia.org/wiki/XXVI_Conferenza_delle_Parti_dell'UNFCCC
(2) ad es. https://www.bbc.com/news/science-environment-58982445
(3) https://www.open.online/2021/10/21/cop26-report-onu-clima-pressioni-paesi-fuga-notizie/
(4) https://www.repubblica.it/esteri/2021/10/21/news/cop26_documento-323190037/
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