Forse non è necessario precisare la perdita enorme che vi è stata in questo lunghissimo tempo di strapotere culturale e soprattutto televisivo. Forse non è necessario ricordare i gravi danni della libertà e della perdita della stessa da un massmedismo talmente becero da puntare al cuore delle tasche degli italiani e promettere il paradiso possibile, una sorta di Aiazzone ante litteram. E' questo è successo, quasi immobile movimento di averi e di saperi. Con una straziante immagine di una nazione che dopo un devastante fascismo non ha mai saputo riparare alle perdite di quegli italiani che certo fascisti non erano. Ergo in questi anni della Milano da bere, di tutto è possibile più delle vincite delle schedine, appare il miraggio. Il miraggio targato Milano. Il miraggio di qualche cosa che è oggi in seno al governo. Il miraggio di quello che neanche Luchino Visconti in Bellissima poteva mai immaginare, poteva mai prevedere che sarebbe diventata una immagine immaginifica. Insomma anni di perdita, o forse di perdizione. Di una massificazione assurda e facile. Il tempo passa. E in questo tempo il motore si spegne. Chissà.