La crisi politica nel Mediterraneo è un problema generazionale, sociale e internazionale. Era il 2010 quando per la prima volta si è avuto notizie del malessere dell'Africa del Nord, con la morte di un giovane venditore ambulante tunisino che si è dato fuoco per protestare contro i soprusi della polizia (era il 17 dicembre 2010) da allora intere regioni hanno preso fuoco così pure buona parte dell'Africa. Anche se dopo alcuni mesi dal tragico gesto di Mohamed Bouazizi, nulla è cambiato veramente, non sono bastati due anni di sommosse e alcune elezioni "democratiche" per superare la crisi del mediterraneo. Anche il Medio Oriente sta vivendo la sua più grande stagione di cambiamento dopo la fine dell'epoca coloniale, ma le primavere arabe, nonostante i sacrifici e le perdite umane rimangono incompiute, anzi direi ci sono molti sintomi di fallimento. Dopo un fine secolo e il primo decennio del duemila si può dire che il vecchio mondo ha bisogno di cambiamenti radicali ma che tardano ad arrivare o stanno arrivando monche.
In alcuni paesi come Tunisia e Egitto, dove in seguito alla rivolta popolare sono stati sconfitti personaggi come Ben Ali e Hosni Mubarak, purtroppo i politici si sono riciclati e/o non sono stati sostituiti. Il vero problema è l'economia precaria di tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, e ancora la mancanza di prospettive europee e poi gli equilibri instabili in gran parte dei paesi che fanno parte dei grandi del mondo. E' questa, una geopolitica in fermento e con sintomi da terremoto oppure sono solo piccole scosse di assestamento? Cosa succederà in questo secondo decennio?
A queste domande non so darmi risposte certe ma i cambiamenti sicuramente dovranno avvenire e mi chiedo se la nostra generazione sarà la vittima delle prossime sommosse.
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