Mentre in Kazakistan le truppe guidate dalla Russia annunciano l' inizio del ritiro, rimane "calda" la questione delle truppe russe al confine con l'Ucraina. In un un incontro informale con i ministri della Difesa dell'Ue, il capo della diplomazia dell'Unione, Josep Borrell, ha dichiarato che non ci saranno negoziati sull'Ucraina sotto la pressione militare della Russia, il che equivale a dire che non ci saranno (seri) negoziati del tutto, da parte di nessuno. Il ministro degli esteri polacco Zbigniew Rau ha rimarcato la dose: "Sembra che il rischio di guerra nell'area Osce sia oggi maggiore che mai negli ultimi 30 anni". E questo mentre a Vienna si tengono nuovi colloqui tra i membri dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) con la partecipazione dell'Ucraina...
La situazione rimane "sul brutto stabile" dato che la Russia vorrebbe degli impegni concreti da parte della Nato e soprattutto da parte degli Usa, mentre questi ultimi non vogliono concedere nulla di concreto se prima Putin "non fa il primo passo". L'Unione Europea che, segretamente si congratura con la Polonia per il modo brutale con cui ha gestito la "crisi" dei migranti, non vuole giocare il ruolo di "paciere", e forse comunque "non ha molta voce in capitolo". I membri "neutrali" tra gli stati della Ue (Svezia e Austria) sono del resto, da sempre ininfluenti sulle questioni di politica estera...E la Francia unica nazione occasionalmente critica della politica estera di Washington, in questo momento è "estremamente allineata" con l'altra sponda dell'Atlantico, anche dato la tradizionale turcofilia di Parigi, che porta la Francia adesso a scontrarsi con gli interessi di Mosca.
Per il segretario di stato americano Wendy Sherman, la Russia deve scegliere tra la diplomazia e lo scontro. La principale delle richieste russe, ossia un impegno a non far entrare l'Ucraina della Nato contrasterebbe con la politica delle porte aperte tradizionale di questa organizzazione. Sul resto delle richieste russe, gli Stati Uniti sono disposti a parlarne...Dopo il ritiro delle truppe russe dal confine ucraino.
E' difficile pensare a un prossimo "scioglimento" di questo nodo...
Fabrizio Cucchi, DEApress
Fonti: Ansa, BBC
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