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La schiavitù continua "ex lege" in Louisiana

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Flag of Louisiana.svg

(bandiera dello stato della Louisiana)

Il tredicesimo emendamento della costituzione degli Stati Uniti recita: "Né la schiavitù né la servitù involontaria, tranne che come punizione per un crimine per il quale la parte è stata debitamente condannata, esisteranno negli Stati Uniti o in qualsiasi luogo soggetto alla loro giurisdizione". Questo emendamento "evolve" dal "proclama di emancipazione" -del 1862- in cui Lincoln durante la guerra di secessione americana, a seguito del successo nordista nella battaglia di Antietam liberò gli schiavi degli stati secessionisti (1).

Questo "lasciava fuori" gli stati del Kentucky, Missouri, Maryland e Delaware; stati che non avevano preso parte alla secessione, ma dove dove la schiavitù "economica" era legale. Questa anomalia venne parzialmente corretta nel 1865 con il tredicesimo emendamento (2). Al di là della lentezza con cui anche formalmente gli stati "recepirono" questo emendamento, esso comunque ammetteva la possibilità della schiavitù a seguito di una condanna giudiziaria. A seconda della legislazione dei vari stati, la schiavitù "per condanna"  è stata possibile fino ad oggi (e come vedremo è ancora attualmente possibile ad es. in Louisiana). In 5 stati (Alabama, Louisiana, Oregon, Tennessee e Vermont), lo scorso 8 Novembre gli elettori si sono pronunciati anche su questo tema. Questo non è solo un problema formale; in molte prigioni Usa (molte gestite da aziende private) infatti questo “problema giuridico” viene usato come scusante per estorcere ai detenuti del lavoro sottopagato o non pagato affatto (3) .

Come è noto, e come è stato più volte denunciato anche da fonti non proprio "rivoluzionarie" gli Stati Uniti hanno il tasso di incarcerazione più alto del mondo, pari a 666 detenuti ogni 100 mila abitanti (4). Stati che vengono normalmente giudicati tra i più repressivi come la Corea del Nord, hanno paradossalmente una percentuale della popolazione nelle prigioni sul totale degli abitanti molto minore di quella della “culla della democrazia”.

Si calcola che attualmente circa 800,000 persone siano sottoposte (sia di fatto, che “ex lege”) a questa forma di schiavitù (5). E' difficile quindi giustificare le pretese statunitensi di avere "qualcosa da insegnare" al resto del mondo in tema di diritti. Paradossalmente su questo tema, gli Stati Uniti si trovano oggi “dietro” alla Mauritania, che è stato l’ultimo paese a abolire formalmente (ma completamente) la schiavitù nel 1981.

Due giorni fa, mentre in Alabama, Oregon, Tennessee e Vermont gli elettori hanno votato per bandire anche queste residue forme di schiavitù, in Louisiana 6 elettori su 10 hanno votato per il proseguimento della pratica (6).La maggior parte della popolazione incarcerata è “di colore”. Quindi i discendenti degli schiavi delle piantagioni della Louisiana si trovano oggi a lavorare in schiavitù esattamente come i loro antenati.

Fabrizio Cucchi/DEApress


(1)https://it.wikipedia.org/wiki/Proclama_di_emancipazione
(2)https://it.wikipedia.org/wiki/XIII_emendamento_della_Costituzione_degli_Stati_Uniti_d'America
(3)https://www.bbc.com/news/world-us-canada-63338784
(4)https://www.antigone.it/tredicesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione/01-politiche-internazionali/#:~:text=Il%20tasso%20di%20detenzione%20degli,il%209.7%20della%20popolazione%20reclusa.
(5)https://www.aclu.org/report/captive-labor-exploitation-incarcerated-workers
(6)https://www.bbc.com/news/world-us-canada-63578133

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