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Aggiornamenti sulla guerra in Ucraina

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Mentre la guerra in Ucraina continua, il presidente ucraino Zelensky vola a Washington. Gli Stati Uniti, che hanno sostenuto lo sforzo bellico ucraino con forniture militari del valore di circa 18 miliardi di dollari (1) sono intenzionati a continuare a farlo e a fornire a Kiev i sistemi di difesa "Patriot" resi famosi durante la seconda guerra del Golfo. E' difficile credere che  si possa far nascere la volontà di arrivare a una pace fornendo armi a uno dei contendenti, e il pretesto ideologico per continuare a combattere all'altro, ma questa è la strategia "di moda" in gran parte del mondo, nonchè quella a cui si attengono -almeno a parole-  i leader occidentali. Una pace negoziale sarebbe comunque vista come una mezza sconfitta dall'Europa e dagli Stati Uniti che hanno vissuto l'attacco russo all'Ucraina come una messa in discussione della loro egemonia mondiale. Nè esiste una volontà di pace da parte della Russia, sebbene la guerra abbia messo in luce come la corruzione e il nepotismo ne abbiano distrutto ogni capacità bellica. La propaganda di entrambi gli schieramenti, per ragioni diametralmente opposte, cerca però in tutti i modi di ingigantire le scarse capacità residue dell'esercito russo.

Putin ha "le spalle al muro" ed è già giunto a misure disperate. In autunno c'è stato il (preannunciato) fallimento della mobilitazione parziale, misura inutile contro le carenze logistiche e organizzative che condannano a sconfitte annunciate l'esercito di Mosca, ma che ha rischiato di essere la pietra tombale sul già scarso consenso di cui gode il Putin in "casa sua"."  Negli ultimi mesi il leader russo, è stato costretto a nominare come "comandante in capo" il Sergei Surovikin, (2) che rischia di "mettere in ombra" lo stesso Putin, il cui soprannome (generale Armageddon) lascia intuire pessimi presagi per tutta l'umanità la cui sopravvivenza fisica potrebbe essere messa in discussione da un' allargamento del conflitto. A differenza dei suoi predecessori, comunque costui non si contraddistingue solo per la brutalità verso sottoposti e civili. Ma fino a tempi recenti, Putin aveva più paura di un generale "di fama" (il quale potrebbe mirare a sostituirlo...) che di una sconfitta sul campo.

Surovikin in realtà ha cercato di fare -tardivamente- quello che avrebbe già dovuto essere fatto dai russi mesi addietro, ossia ha cercato di sfruttare la residua superiorità aerea e missilistica russa per colpire le infrastrutture, senza le quali l'esercito ucraino non può esser rifornito e sostenersi. Ma una miope scelta degli obbiettivi, unita a una scarsa precisione degli strumenti a disposizione dei russi, hanno comportato un numero esagerato di vittime civili, e ciò è stato usato -molto e bene-  dalla propaganda occidentale. Anche il colpire la "griglia di distribuzione" dell'energia elettrica, in sè non era un'idea completamente assurda, nè era necessariamente contrario "agli usi di guerra", dato che anche la rete ferroviaria -attraverso la quale passano i rifornimenti per le truppe- dipende dalla disponibilità di energia elettrica, tuttavia la realizzazione di ciò si è dimostrata di scarso effetto per le sorti della guerra, ma ha comportato grandi sofferenze per la popolazione civile. Per non parlare del rischio costituito dal colpire le centrali nucleari...

E' evidente che Surovikin "arriva troppo tardi" per cambiare qualcosa nell'inevitabilità della sconfitta russa. I soldati di Mosca sono demotivati e poco addestrati.  La mobilità delle truppe russe rimane molto scarsa, a causa della corruzione a tutti i livelli che rende "il treno logistico" russo terribilmente lento e inefficace. Le scorte di materiale bellico si stanno esaurendo rapidamente. Surovikin è costretto a usare droni iraniani "usa e getta", costosi e scarsamente precisi. Il coinvolgimento, sia pure indiretto, dell'Iran, mina la neutralità israeliana, e rischia di spingere anche la Turchia ad osteggiare apertamente Mosca. Le (già scarse in partenza) capacità della marina russa sono oramai praticamente azzerate, ed è difficile che Surovikin riesca a difendere a lungo la Crimea.

E' prevedibile che proprio la caduta della Crimea significherà la fine del conflitto. E probabilmente anche di Putin medesimo.  Nel Donbass i russi possono contare di qualche sostegno attivo nella popolazione locale nonchè un terreno che favorisce la residua artiglieria russa. Nell'ipotesi più favorevole a Mosca, ad un futuro  tavolo dei negoziati la parte russa cercherà di barattare le residue zone del Donbass sotto il suo controllo (se ci saranno...) pur di riprendere qualche base in Crimea. Ma l'europa occidentale non ha mai voluto che la Crimea fosse russa, fin dai tempi di Cavour.

L'incapacità russa di ottenere successi sul campo però non significa che un'allargamento del conflitto non sia possibile. Migliaia di testate atomiche rimangono negli arsenali di Mosca, e ogni giorno che passa cresce il rischio che il Putin ricorra a misure estreme per conservare il suo personale potere. Un conflitto nucleare che annienterebbe l'intera umanità è ancora possibile. E ciò diventerà l'unica via d'uscita possibile (per quanto folle) per Putin se la nostra Meloni e gli altri insistono nel voler umiliare la Russia.

Zelensky è "democratico" e "progressista" quanto Putin. Zero è uguale a zero. Ma ha avuto l'opportunità di recitare il ruolo della vittima, e possiamo stare sicuri che userà questa comoda posizione per fare quanto di peggio può per il suo popolo e per il resto dell'umanità. Inoltre è chiaro che se si smarcasse -in meglio, non in peggio- dal resto dell'Occidente, i soldi per i lucrosi affari della ricostruzione post-bellica non ci saranno, e questo i capitalisti ucraini non lo possono accettare.

A proposito di "ricostruzione post-bellica"...L'Unione Europea (Italia compresa) si stà letteralmente svenando per sostenere finanziariamente l'Ucraina, e anche quando Kiev potrà dichiarare la vittoria "la parte del leone" in questi lucrosissimi affari, sarà probabilmente di qualche altro...

Il prezzo della guerra lo pagano le classi proletarie. Anche da noi, del resto, ogni giorno i prezzi dei prodotti di prima necessità diventano sempre più cari...Questo in realtà non dipende solo ed esclusivamente dalla guerra (anche gli effetti dei cambiamenti climatici influiscono) ma questa guerra ha comunque un ruolo notevole in ciò. E' chiaro che a guadagnare su ogni guerra sono sempre e solo i "padroni del vapore" (chiamati "oligarchi" a Mosca e "capitalisti" a Kiev e a Milano).

Fabrizio Cucchi/DEApress


(1) https://www.bbc.com/news/world-europe-64047058
(2) https://www.quotidiano.net/esteri/surovikin-comandante-russo-in-ucraina-1.8159956

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Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 21 Dicembre 2022 16:56 )  

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