Il Consiglio di Stato ha dato torto alla Baldassini Tognozzi Pontello, proprietaria dell’area, riconoscendo che la destinazione pubblica è sempre in vigore. Di conseguenza, la proprietà non può intervenire con semplici Dia, ma solo con un Piano di recupero approvato dal Comune.
L’area dell’ex Panificio ha destinazione F2: "attrezzature pubbliche e servizi pubblici di interesse urbano e territoriale". Tali attrezzature, come afferma espressamente la sentenza, possono essere realizzate anche dal privato, che non subisce quindi alcun esproprio né danno. Tale sentenza poi è valevole anche per altre situazioni simili come l'ex Manifattura Tabacchi.
“Si è quindi evitato – afferma il comitato in una nota - una spaventosa deregulation in materia di concessione edilizia. Adesso ci attendiamo una chiara pianificazione pubblica della zona tenendo presente la rapida cementificazione degli ultimi anni e venendo incontro alle richieste dei cittadini dell’area espresse in più occasioni.”
Soddisfazione espressa anche dalla capogruppo di Per un’altra città De Zordo che dichiara “È una sentenza importante per i cittadini di Rifredi e per tutta la città, anche perché si stabilisce un precedente significativo: chi acquista un’area con destinazione pubblica non ha poi nessun titolo
per pretendere varianti, permessi a costruire sulla base dell’esistente o addirittura risarcimenti”. “Forte della sentenza – prosegue la capogruppo di Per un'altra città - , il sindaco Renzi può e deve decidere con chi schierarsi, se dalla parte dei residenti che da tempo lottano contro i progetti speculativi a difesa del diritto al verde e agli spazi pubblici, o dalla parte delle imprese per cui ogni vuoto urbano è un mancato guadagno.”
Riccardo Marconi - DEApress
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