Ieri, l'autorevole “Washington Post”(1), riportava la notizia del collasso di una parte di un tunnel utilizzato per immagazzinare scorie radioattive, all'interno di una sorta di “zona industriale” dedicata alla lavorazione di simili materiali, il sito nucleare, sotto il controllo del dipartimento statunitense dell'energia, Hanford, nello stato di Washington (2). Sembra che sia stata presa la precauzione di mandare gli operai al riparo nei rifugi predisposti per le emergenze, ma che tuttavia non sia stata registrata una significativa contaminazione atmosferica. Nei pressi del tunnel collassato fino a circa venti anni fa, si recuperavano uranio e plutonio dal combustibile nucleare esaurito, mediante il processo noto come PUREX (3), che impiega acido nitrico con conseguenze quali la formazione di vapori etc. che chiaramente portano un discreto rischio di inquinamento radioattivo. E, da allora, tutto il complesso è rimasto altamente contaminato. Anche se quest'ultimo incidente sembra contenuto, esso ci ricorda che tutta la filiera del nucleare pone dei problemi che si protraggono per tempi lunghissimi, con il continuo rischio di incidenti.
Fabrizio Cucchi, DEApress
(2)http://hanford.gov/page.cfm/PUREX
(3)https://it.wikipedia.org/wiki/PUREX
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