Riflessione storica sulle stragi: il 13 dicembre parliamone con Aldo Giannulli
Un ricordo lontano il 12 dicembre 1969, ma ciò non toglie che questa data abbia lasciato molti segni. Una bomba esplode nella Banca Nazionale dell'Agricoltura a Milano. Per decenni le ripercussioni di quell'atto criminale sono state devastanti. Questo sì, può definirsi un atto di "terrore" verso gente inerme: fatto apposta per creare un clima di tensione. L'anno prima c'era stato il "sessantotto francese" le cui idee di rivolte studentesche iniziavano a "contaminare" i ragazzi italiani. La voglia di cambiamento degli studenti stava per incontrarsi con le esigenze dei lavoratori. Iniziano così le lotte operaie. Tutto ciò mi induce ad una riflessione storica: questi accadimenti erano "forse" altrettante bombe inesplose... che scoppiando non avrebbero causato danni e vittime ma cambiamenti mentali? Questo vento nuovo doveva in qualche modo essere frenato? Era uno scontro generazionale, sociale o totalizzante?
Anche il quadro geopolitico internazionale non era stabile: gli Stati Uniti stavano attraversando un brutto periodo (la guerra del Vietnam... forti opposizioni che sfociavano in manifestazioni), in Grecia c'era il regime dei colonnelli (instauratosi nel 1967), l'Unione Sovietica era intervenuta in Cecoslovacchia. Tutti questi fatti e tanti altri - che sarebbe difficile citare - portarono a "creare uno stato di non credibilità" dei "poteri" considerati stabilii creando una confusione e instabilità internazionale, ciò fece da concime alle richieste di cambiamento sociale.
La strage come atto intimidatorio genera sconcerto, ribrezzo, disgusto; a questo, lo Stato italiano risponde cercando uno o più colpevoli, primi fra tutti gli anarchici. L'immaginario collettivo può facilmente dare delle colpe a ciò che non conosce e l'anarchismo cascava bene, in quanto non ha una struttura partitica ma ha cellule concentrate contro il nemico "Stato". Gli Anarchici vennero scelti come colpevoli proprio perché disorganizzati, ingenui e figli di un popolo qualunque. In Italia seguirono altri episodi che infiammarono le parti e le controparti: Giuseppe Pinelli (ferroviere) volò da una finestra della questura di Milano durante un interrogatorio e il Commissario Calabresi venne ucciso (ancora non sono chiare le circostanze). Un altro disgraziato Pietro Valpreda (un ballerino) venne accusato e uscì dal carcere e molti dopo anni, dichiarato in seguito estraneo ai fatti. Altri personaggi oscuri furono arrestati e oggi ancora non sappiamo come è andata la storia. Ci domandiamo quale fu il coinvolgimento della CIA e dei nostri servizi segreti?
La raccolta di testimonianze in questi trentasette anni non hanno portato alla verità, parliamone ancora.
Mercoledì 13 dicembre abbiamo indetto una giornata di dibattito a Firenze dal titolo "Piazza Fontana: la strage di stato 37 anni dopo".parliamone con Aldo Giannuli (giornalista), esperto di trame eversive che sarà ospite dell'Università degli Studi durante la lezione del Prof. Cazzola in Via Cavour 82 P.T.- alle ore 17.00. Giannulli si sposterà poi presso l'Agenzia DEApress alla proiezione del documentario di Pier Paolo Pasolini dal titolo "12 Dicembre", e in serata saremo insieme a Pardo Fornaciari e Maurizio Lampronti per un dibattito aperto al pubblico all'Archivio Storico Il Sessantotto.
Sivana Grippi - DEApress
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