Forse a molti il nome “Proiettili Buoni” dirà poco o nulla: il discorso cambia sensibilmente se vi dico i nomi di chi sta “dietro” a questo progetto, ovvero Marco Parente e Paolo Benvegnù, due dei più importanti songwriters italiani attualmente in circolazione.
Più che di progetto parallelo sarebbe quindi più opportuno parlare di vero e proprio supergruppo, ideato e “costruito” dalle menti di due artisti sensibili ed impegnati, che molto hanno regalato alla scena rock italiana e sicuramente molto ancora hanno da dire, accompagnati dai due loro fidati compagni di avventura Gionni Dall’Orto al basso e Andrea Franchi alla batteria.
Un disco alle spalle, registrato in presa diretta al Viper Club il 4 gennaio 2008 durante l’ultima delle loro fugaci apparizioni dal vivo e tanta voglia di portare a giro il loro contagioso entusiasmo e la loro travolgente energia.
Con tali premesse sarebbe stato lecito attendersi qualcosa di più di un “semplice” concerto, invece le mie ottimistiche attese sono state ripagate solo in parte.
Non mi fraintendete, i Proiettili Buoni sul palco hanno fatto il loro dovere: canzoni ispirate ed emozionali come “Colori addosso”, “Il deserto cammina” e la furiosa “Proiettili Buoni” riescono a convincere come (se non più) su cd: c’è però qualcosa che non mi convince appieno, una disarmonia di fondo, come se sul palco i quattro fossero alla continua ricerca di un loro personale equilibrio riuscendo solamente a sfiorarlo a tratti, senza mai a raggiungerlo del tutto.
L’impressione è quella di un magnifico cane di razza, nel pieno del suo vigore, che si morde la coda all’infinito.
Così i testi profondi e le splendide parole che fanno da cornice alle canzoni schiette e malinconiche di “Proiettili Buoni” escono fin troppo leggere dalla bocca di Marco Parente e quando Paolo Benvegnù decide di regalarci la sua voce unica, intrisa di poesia e malinconia, uscendo di colpo dal ruolo di chitarrista in cui si è auto-relegato per l'occasione, è ormai troppo tardi: la scintilla non è scoccata ed è un vero peccato.
La serata fila via liscia, senza particolari sussulti e non starò qui a raccontare di un concerto deludente, perché due artisti abili ed esperti come Marco Parente e Paolo Benvegnù hanno sempre mille frecce al loro arco, piuttosto ho avuto l’impressione che sia andata persa una splendida occasione: dall’accoppiata Benvegnù/Parente, così perfetta e ben assortita “sulla carta”, mi sarei aspettato qualche emozione in più.
Massimiliano Locandro
Share |
< Prec. | Succ. > |
---|