E chi se lo sarebbe mai aspettato, in un finale da velocisti, Romain Bardet vestire la sua prima maglia gialla, all'ultimo Tour della carriera? Lui, tecnicamente uno scalatore, che caracolla sul lungomare di Rimini col compagno di squadra Van Den Broek (che guadagna per sé la maglia bianca di miglior giovane e il premio per la combattività di tappa) mentre il gruppo alle loro spalle si scanna per un misero terzo posto ad una manciata di metri. Poteva iniziare in modo più sorprendente un evento già abbastanza sorprendente di suo, quest'anno, dato che è in partenza dall'Italia per poi concludersi a Nizza invece che a Parigi?
Con un palmarès più da eterna promessa che da campione sbocciato, Bardet sembra il più incredulo di tutti sul traguardo romagnolo e lo conferma senza tatticismi al microfono della prima intervista in giallo: "il sogno di una vita sportiva che finalmente si avvera; nel finale avevamo persino il vento contro, è stato incredibile". Una media finale di 53kmh ha permesso alla coppia di compagni di squadra, che ha scollinato a San Marino con un minuto e quaranta secondi di vantaggio sugli inseguitori ovvero senza nessuna certezza "aritmetica" di farcela, di mantenere i pochi metri necessari a vincere la tappa, vittoria che oltre alla maglia, ha significato per Bardet interrompere 799 giorni di digiuno (l'ultimo successo era stata la conquista del Giro delle Alpi il 22 aprile 2022).
Se a Rimini l'epilogo è stato decisamente rocambolesco, venir via da Firenze si è rivelato tutto un friccicore di passerelle mediatiche per quei soggetti (come non pensare al nostro Presidente di Regione...) che per un posto davanti al flash di un fotografo farebbero carte false; tutto un tripudio di selfie accanto ai corridori (persino ex- e neo-Sindaca non hanno saputo sottrarsi al rito...) con tanta gente dietro le transenne - compreso il Collettivo di Fabbrica ex-Gkn che non ha fatto mancare la propria presenza con tanto di cargobike e striscioni al seguito - e centinaia di immagini e riprese amatoriali riversate sui canali social a testimoniare quanto poco abbiano potuto i timori dei pessimisti e come invece abbia prevalso l'entusiasmo popolare, sia in città che nelle località attraversate dalla carovana, tra Bagno a Ripoli (dove è stato dato il via ufficiale, quello cronometrato), Pontassieve, Pelago, Rufina, Dicomano e San Godenzo. Col valico dei Tre Faggi si è poi passati in Romagna dove sono iniziate le salite di giornata, con sette gran premi della montagna, anche se soltanto di seconda o terza categoria.
Domani seconda tappa, tra Cesenatico e Bologna, con la memoria di Marco Pantani a proiettarsi sulla carovana, un'altimetria tranquillissima, quasi piatta, e un'altra occasione per eventuale sprint, il primo visto che oggi i velocisti son rimasti a bocca asciutta. Bardet può fare passerella e, se non ci saranno clamorose sorprese (un'altra?!), dovrebbe mantenere la maglia gialla ancora qualche giorno. Che poi martedì ci saranno già il Monginevro e il Galibier. E lassù, potrebbe cominciare un altro Tour...
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crediti fotografici: ufficio stampa Tour de France
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