Dall'Italia dei partiti alla Nazione popolare, dall'Europa delle banche agli Stati Uniti d'Europa /
Ormai sono decenni, forse secoli che la parola crisi è entrata nel lessico e nello sforzo comune di noi cittadini incantati. Incantati dalle nostre grandi conquiste che negli anni e nei secoli sono costate lacrime e sangue e giornate di indicibile dolore, ma anche di gioia immensa per quanto siamo riusciti a prendere, perché solo di questo alla fine si può parlare, delle cose prese malgrado le avverse forze e i grandi poteri che ci hanno combattuto.
Ma sovviene l'idea che tutto questo non sia bastante, se dopo una grande lotta partigiana caduti il fascismo e la monarchia, questa repubblica stenta a diventare Res-pubblica in favore delle genti di questo Paese. Molti sparlano di Costituzione e non siamo lontani da festeggiarne il 76° anniversario, così come andiamo incontro all'anniversario della Liberazione che è il 77° mentre quasi tutto quello che sembra certezza è in bilico e sembra di prossima caduta.
Purtroppo in questo nostro Paese così come non c'è stato un Tribunale per il fascismo non c'è stata nenache una riflessione di quanto accaduto a Yalta nel 1945 quando le potenze alleate vincitrici sul nazi-fascismo infame si divisero il Mondo e l'Italia vide restaurate le forze che l'avevano condotta al disastro. Una troppo grande area di impunità e di riabilitazione di personaggi che erano stati complici e in alcuni casi fautori di quel ventennio distruttivo, venne mantenuta e nel silenzio generale instaurata.
Certune leggi non furono cambiate ed altre furono mantenute apposta per rispettare i nuovi equilibri internazionali che andarono a formarsi, ri-creando una lotta tra oriente e occidente. (la parabola di Osiris, il ruolo di Costantinopoli, le guerre in Asia, niente cambia perché tutto resti com'è)
Quando nel 1989 l'Europa dell'est giunse al collasso e quell'abortito comunismo rese le armi alla Storia, nel nostro paese le forze e le persone che fino a quel momento avevano cantato le lodi del “sistema sovietico” che in troppi chiamavano e chiamano Comunismo, niente fecero per “scusarsi” col Mondo e con i propri elettori e simpatizzanti. Provarono a darsi una rinfrescata permettendo così nel 1994 la presa di possesso dello Stato da parte di consorterie terziste e impresa mafiosa, faziosa.
I moderati pieni di parole d'ordine tra cui : “ niente prigionieri “ e vanagloriosa forza economica capaci di imporre con forza leggi ad personam e uomini pagati come fosse lo Stato una S.p.A.
Anche il presente Presidente della Repubblica Italiana che ancora nel 1956 mentre l'Ungheria sacrificava se stessa e i propri cittadini, il “migliorista” Napolitano cantava lodi del sistema repressivo dell'URSS confondendo una grande potenza imperialista con la “patria della Giustizia e del benessere popolare”; e niente in seguito l'ex Presidente della Camera, il Ministro ombra della Giustizia, il garante dell'Unità Nazionale e del compromesso storico ha detto per “scusarsi” dell'errore storico, umano e filosofico compiuto. Così come controfirmò leggi capziose del Governo para-fascista P.d.L.
In questa patria del silenzio oggi il Presidente degli italiani ( di tutti??) esautora il Parlamento e commissaria ogni organo di discussione politica, così instaurando una ex- democrazia che purtroppo è debole come la maggioranza che cerca di appoggiare il Governo Monti. Il professore della Bocconi è diventato in un mese prima Senatore a vita e poi “arruolato” nelle forze speciali di Napolitano per salvare un Paese, il nostro, che di altro avrebbe bisogno.
Il silenzio che parte dal Quirinale si è esteso ai Consigli Regionali e ai Consigli Comunali ed è talmente alto da essere fragoroso. I partiti politici sono alle prese con denunzie e inquisizioni da parte della Magistratura per ruberie e prepotenze partitiche varie, trovano nel presidente della Repubblica il garante indefesso, il paladino del “volemose bene” che continuamente rimanda, ritardando qualsiasi tentativo dal basso e per ciò dei cittadini, che sono il copro elettorale della nazione, e per ciò gli unici veri garanti e depositari di questa fragile democrazia nata dalla Resistenza.
La mancanza di vere riforme illude e impedisce all'Italia e agli italiani di sentirsi ed essere “veri cittadini di Europa “. Non è solamente l'euro, questa incerta moneta continentale, il collante di una unità politica ed economica, che è speranza e progresso del nostro continente. Questa unità bancaria deficitaria che serve a poco ma che non dobbiamo fare cadere anche se è andata a sostituire la volontà di Spinelli e dei princìpi dichiarati nel “manifesto di Ventotene” che auspicava la nascita e il federalismo delle nazioni, così da creare gli Stati Uniti d'Europa.
Se vogliamo che questa unità avvenga dobbiamo imporla con forza alla Nazione e chiederla con grande unità di intenti ai pochi “uomini politici” ancora presenti nel nostro Parlamento, e se questi non basteranno si vada ad eleggerne altri che veramente ci rappresentino e che possano portare questa grande unità di intenti all'attenzione generale.
La Grecia, la Spagna? Tutta l'Europa è vicina al collasso e non saranno le mene dei banchieri e dei professori bocconiani a salvarla, a salvarci. Se così non avviene solamente due strade diventeranno possibili:
a) Una restaurazione contro-riformista delle forze di destra che rappresentano il capitale e le banche; che salveranno se stesse e le istituzione che le garantiscono ( e che hanno permesso questa ultima crisi finanziaria).
b) Una potente forza rivoluzionaria che dovrà imporre un altro sistema economico e sociale, che cambierà e attuerà la Costituzione, che imporrà scelte forti chiarendo che le politiche “lacrime e sangue” è giunto il tempo le paghino quei “poteri forti” che da sempre impongono questa eterna crisi infinita e che si sono dimostrate incapaci di risolvere sia i deficit economici che i problemi della rappresentanza e quelli sociali di cittadinanza.
walter maccari
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