![](https://scontent.fflr2-1.fna.fbcdn.net/v/t39.30808-6/316950079_506721981488046_1443608406973283123_n.jpg?stp=dst-jpg_p160x160&_nc_cat=101&ccb=1-7&_nc_sid=574b62&_nc_ohc=DWOL3aczZpUAX9jR6Xh&_nc_ht=scontent.fflr2-1.fna&oh=00_AfCgMRt2qAdFLbawlZUt5LWFebRTgCBOf-aKIoBYMYkfCA&oe=638B5498)
Oggi, dopo una lunga pausa, sono finalmente tornato al mio posto di lavoro. Ora sto scrivendo, e mi sento come se fossi arrivato da un lungo viaggio: viaggio non di "piacere", poiché l'ennesima ricaduta dovuta alla mia malattia mentale è stata come un giro all'inferno, la cui risalita ha messo a dura prova il fisico e la mente (oltre le persone che mi stavano accanto).
In questo periodo qualcosa, in me, s'è rotto, volatilizzato, per non tornare mai più. Non ho messo ancora bene a fuoco cosa; so soltanto esprimere quello che sento in questo momento. E' come se la speranza di una vita felice, spensierata, eccedera. fosse morta, così ugualmente all'illusione sulla bontà innata delle persone. Infatti, a parte pochissimi, i restanti hanno fatto finta di niente dandomi consigli falsi, là dove vedevo la loro ipocrisia; altri addirittura hanno fatto di tutto per annientarmi, viltà in un momento di debolezza estrema di un'altra persona.
Vivrò, naturalmente, non vedo altre alternative (m'è bastato uno di tentativo suicidario). Tuttavia questa vita sarà più dura del previsto, giacchè la disillusione di adesso lascerà, forse, in futuro posto alla rabbia e all'ira incontrollata, perfino verso quelle persone che mi sono state accanto, confortandomi e consolandomi.
Da lì alla pazzia vi saranno, invero, pochi passi?
Share |
< Prec. | Succ. > |
---|