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Acqua toscana: iperconsumi inquinamento |
http://www.arpat.toscana.it/notizie/notizie-brevi/2011/delibera%20n.%2064.pdf |
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Nella "non-civiltà dell'immagine" spesso si annida scenari a dir poco inquietanti, questo è il caso dell'acqua nella regione Toscana. Andando a parlare di questo argomento si demolirà tale facciata che tanto è lodata nel mondo e tanto più incipriata dalle amministrazioni di centro-sinistra o centro-destra (come preferite). La prima domanda da porci è: come sono suddivisi i consumi idrici fra industria, agricoltura e uso umano? D'istinto si potrebbe pensare erroneamente che la priorità d'uso sia nell'ordine "consumo umano", agricoltura e industria, come prescriveva la legge Galli del 5 Gennaio 1994. Alla luce dei consumi attuali in Toscana l'industria assorbe quanto 12,1 milioni di abitanti equivalenti (AE), a fronte della popolazione attuale di 3,5 milioni. Possiamo confrontare la richiesta idrica dell'industria con quella dell'agricoltura, il quadro, anche in questa ottica, resta deprimente: 3/4 all'industria e 1/4 all'agricoltura. Le dolenti note iniziano a farsi sentire se ci soffermiamo sulla qualità dell'acqua erogata, come si evince dalla Relazione sullo Stato dell'ambiente - redatto da Arpat del 2009 - l'88% dei punti di approvigiomaneto sono di classe A3, cioè necessitano di trattamento fisico chimico spinto, affinazione e disinfezione. Nel 2006 era "solo" 82%, in 3 anni quindi abbiamo perso il 6 % della qualità dell'acqua in tutta la Toscana. Ancor più eloquente delle parole, riportiamo qui di seguito la mappa redatta dall'Arpat nel 2010. Si noti bene lo stato dell'acqua nella provincia di Livorno, polo energetico della regione ospita 8 delle 9 centrali turbogas, oltre ad ospitare il polo petrofilero di Livorno, la Solvay a Rosignano e l'acciaieria di Piombino.
Nel Febbraio del 2011 la regione Toscana aprova ad unanimità D. Lgs 152/06
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