L'annuncio della mobilitazione parziale russa, alla fine della scorsa settimana, rischia di essere visto dagli storici futuro come la fine dei sogni imperiali di Putin, se non come l'inizio della terza guerra mondiale.
Infatti un maggior numero di coscritti "cambia poco" la situazione della guerra in Ucraina. I problemi russi "sul fronte" sono una pessima logistica, un'equipaggiamento militare inadeguato a causa della corruzione a tutti i livelli, nonchè la scarsa motivazione di truppe del resto in gran parte poco addestrate. Questi problemi, a cui si deve aggiungere il fatto che l'azione di un generale eventualmente capace "darebbe ombra" a Putin e quindi sarebbe da lui "fatto fuori prima", non saranno certo risolti con l'afflusso di qualce decina di migliaia di coscritti riluttanti. Ma, senza necessariamente credere alle notizie di fughe di massa dalla Russia degli "arruolabili", è chiaro che una mobilitazione parziale azzererà il già scarso consenso di cui gode Putin "in casa". L'inquilino del Cremlino si trova quindi sempre più in un vicolo cieco, da dove potrebbe cercare di uscire con qualche mossa disperata.
"Se Atene piange, Sparta non ride". Tutta l'umanità "perde" in caso di guerra nucleare. Nei giorni scorsi, persino gli Usa hanno dato segnali di preoccupazione per questo possibile "finale di partita", ovviamente incolpandone unicamente la leadership russa (che comunque le sue colpe le ha). E' discutibile se l'indebolimento della Russia che comunque seguirà a questa guerra favorirà realmente gli Usa e il Regno Unito oppure se preluderà solo ad un'egemonia turca nel sud-est dell'Europa (e la Turchia ha già più volte dimostrato di mettere i suoi interessi al di sopra di quelli della Nato) oppure (e sarebbe peggio) ad una nuova espansione dell' estremismo islamico che la Russia ha più volte contenuto. L'Unione Europea (Italia compresa) si stà letteralmente svenando per sostenere finanziariamente l'Ucraina, e anche quando Kiev potrà dichiarare la vittoria "la parte del leone" nei lucrosissimi affari della ricostruzione andrà probabilmente altrove. Per ora adesso abbiamo lo spettro di un'inverno senza gas metano (e probabilmente senza energia elettrica, viste le interconnessioni tra le due faccende). Come sempre poi, in tutte le nazioni, il costo della guerra lo pagheranno le classi proletarie...
Fabrizio Cucchi /DEApress
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