Casa Luzzi è di nuovo al centro del mirino.
Lo scorso 9 gennaio la Asl ha inoltrato alle questure, prefetture e procure di Sesto Fiorentino e Vaglia, oltre che ai rispettivi sindaci delle città, una nuova richiesta di sgombero forzato per il Luzzi, l’ex centro sanitario di cui la Asl è proprietaria.
Lo stabile è abitato dal 2006, da centinaia di persoine, il cui numero è cresciuto negli ultimi tempi.
L’azienda manifesta la sua preoccupazione per quello che definisce un ‘irreversibile degrado della struttura e chiede di usare il pugno di ferro.
La scelta sarebbe dettata da motivi di sicurezza.
Questo però non è l’atteggiamento che la Regione Toscana vuol tenere. Per l’assessore regionale alle politiche sociali Gianni Salvatori, lo sgombero forzato sarebbe un grave errore.
La regione aveva avuto un incontro con una delegazione degli abitanti del Luzzi, nel quale si era ipotizzato l’abbandono volontario dell’edificio da parte dei suoi oltre 200 occupanti nello scorso novembre. L’ipotesi non si è poi realizzata ma l’istituzione manitiene la sua linea e si è attivata per garantire la sistemazione a 70 persone, tutte famiglie con bambini.
Atteggiamenti contrastanti, in questo quadro si inseriscono anche i comuni, soprattutto quello di Sesto, il più preoccupato dato che lo stabile è nel ‘suo’ territorio.
Proprio a Sesto venerdì 15 febbraio a partire dalle ore 15,30 presso la Saletta del V maggio si terrà il consiglio comunale che avrà all’ordine del giorno il ‘Caso Luzzi’.
Durante il consiglio verrò discusso l’argomento verranno fatte proposte per ‘risolvere’ il problema, se con pugno di ferro o con mano aperta tesa in aiuto, è ancora da vedere.
Matteo Gazzarri-DEApress
Share |
< Prec. | Succ. > |
---|