Nonostante le misure di quarantena, la “grande guerra contro gli alberi” da parte di svariate amministrazioni comunali continua “come se nulla fosse”. Venerdì scorso il sito “The submarine” (1) denunciava che nella Milano sconvolta dall’epidemia, si erano -malgrado tutto- trovate la forza e la volontà di abbattere 80 pioppi senza bisogno che ci fossero le famose “ragioni comprensibili”. I cittadini hanno lanciato una petizione di denuncia. La stessa fonte riporta l’ulteriore progetto di abbattere ben 95 platani a Sesto San Giovanni.
Italia Nostra (2) denuncia invece analoghe azioni da parte dell’amministrazione comunale fiorentina, del resto non nuova a simili imprese. Sembra però che la poco invidiabile palma di essere stati i primi cronologicamente a avere l’idea che il periodo di quarantena fosse quello ideale (probabilmente perché i problemi del virus, ponendo in secondo piano tutto il resto, rendono più difficili e meno incisive le eventuali proteste dei cittadini) per dedicarsi all’ascia e alle motoseghe, spetti all’amministrazione locale di Sorrento (3), che agiva in tal senso già il 12 Marzo.
Quindi possiamo concludere che il problema è di rilevanza nazionale, e non si può semplicemente accantonare come “storia locale”. Ora le domande che chi scrive personalmente si pone sono queste: come si può considerare l'abbattimento degli alberi delle città, come un’attività essenziale da continuare assolutamente anche durante questo periodo di “reclusione per (quasi) tutti” ? Non potremmo quantomeno posporre le azioni più insensate?
Fabrizio Cucchi, DEApress
(1)https://thesubmarine.it/2020/03/20/goccia-alberi-quarantena/
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