Noi, ragazzi di oggi tra sogni e incertezze
A malincuore sono fuggita dalla mia amata città in cerca di un futuro, io, studentessa, giovane e napoletana. Quello che tristemente mi solleva è che i miei colleghi universitari, hanno ancora riposto un sogno nel cassetto. C’è chi invece, e soprattutto al Sud Italia, di desideri non ne ha più. Ho potuto ascoltare tra alcuni giovani ventenni meridionali una mancanza totale di fiducia, una giornata vissuta tra futili pensieri senza aspettarsi grandi sconvolgimenti. Questi ragazzi si accontentano di impieghi sottopagati senza la minima garanzia del rispetto dei diritti dei lavoratori; scelgono l'Università senza seguire un criterio preciso; a volte la scelta ricade sulle facoltà che forse potranno promettere una futura assunzione. Eppure so che non è questo davvero quello che vogliono. La società e i politici vogliono ritrarli come svogliati, ma in realtà sono semplicemente sfiduciati.
Oggi i quotidiani confermano i miei timori. Napoli è protagonista di un nuovo record: quello dei giovani “neet”. L’ acronimo anglosassone sta per «Not in Employment, Education and Training»; ciò vuol dire che l’Italia accoglie 2 milioni di giovani, tra i 15 e i 29 anni, che non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione. Secondo «Monitor», la banca dati dei mercati del lavoro del ministero curata dall’agenzia tecnica Italia Lavoro, Napoli e Catania detengono il primato, insieme ad altre città del Mezzogiorno, che nel suo insieme ospita il 30% dei “neet” italiani, in maggioranza donne.
Nel resto d’Italia meritano attenzione alcune città che presentano un tasso di nullafacenti pari al 18% come Frosinone, Massa Carrara, Rieti, Livorno, Chieti, Imperia, Gorizia, Terni, Latina, Ascoli Piceno.
Riguardo ai titoli di studio, i valori più alti si registrano per i ragazzi che possiedono il diploma di scuola superiore e il diploma di scuola media inferiore, titoli di studio maggiormente diffusi in Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia (Fonte: Ansa).
Tuttavia l’incertezza colpisce anche quelli che aspirano a titoli di studio superiori. Il nostro Paese è ricco di studenti universitari che nel momento in cui si avvicinano al fatidico giorno della laurea vengono colti dalla paura di cadere nel baratro della disoccupazione. Il pensiero che accomuna noi studenti alla soglia del traguardo è quello di aver intrapreso la strada sbagliata. Aver investito nello studio, quando forse sarebbe stato meglio aver speso gli anni della nostra gioventù in semplici lavoretti che potevano garantire uno stipendio minimo. Noi ragazzi di oggi, non dobbiamo essere abbandonati al nostro destino. Abbiamo diritto a un domani degno e rispettoso dei nostri sogni.
Roberta De Luca/DEApress
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