Dopo gli scontri di Rostock la polizia tedesca punta il dito, oltre che contro i greci, anche contro gli italiani. Arriva però la smentita dell'Antiterrorismo italiano dovuta anche al fatto che non ci sono italiani fermati o arrestati. Nonostante ciò però aumenta la preoccupazione del Viminale per la visita di Bush in Italia il 9 giugno: il ministro Amato teme che gruppi di Black block si spostino in Italia per dare continuità alle proteste.
In mezzo a tanta incertezza, voci che si rincorrono, smentite e dichiarazioni una cosa sembra certa, vale a dire che si sia rimessa in moto la macchina mediatica che di "terrorismo presunto" si alimenta e vomita a sua volta terrorismo psicologico nei confronti di chi si oppone ad un ordine mondiale basata sulla guerra e l'imperialismo.
Ancora una volta il black block proveniente da l nord europa viene utilizzato come un mostro senza volto da sbattere in prima pagina e di cui parlare in articoli e trafiletti, lasciando in disparte i veri motivi che spingono e spingerano migliaia di persone a scendere in piazza per contestare oggi i G8, domani Prodi, Bush e Berlusconi.
Su queste paure e su queste premesse ogni misura preventiva viene giustifica e descritta come necessaria e d inevitabile visto il clima: ciò che non ci viene detto è che questo viene creato proprio da coloro che mettono in atto proprio quelle misure che poi devono esser giustificate. Questa è la dimostrazione che l'Europa non è dei popoli, ma del commercio, del libero mercato e dei padroni dei popoli: le merci possono circolare liberamente sia sul mercato "legale" sia su quello "illegale", tra i quali esiste un confine ormai sempre più sfumato, ma le persone non possono farlo visto che per mobilitazioni di questo tipo vengono rigorosamente applicati controlli ai confini, viene impedito l'ingresso, ora in Germania dopo in Italia a coloro che sono considerati "pericolosi" estendendo la definizione a tutti coloro che portano una critica radicale al capitalismo: tutti speriamo che non si presentino davanti a noi le scene di Genova 2001, ma a volte è difficile fermare un treno in corsa e diventa ancora più dura se chi si schiera appartemente contro le violenze non fa altro che gettare benzina sul fuoco e a volte ha già i titoli delle prime pagine pronti per la stampa.
In mezzo a tanta incertezza, voci che si rincorrono, smentite e dichiarazioni una cosa sembra certa, vale a dire che si sia rimessa in moto la macchina mediatica che di "terrorismo presunto" si alimenta e vomita a sua volta terrorismo psicologico nei confronti di chi si oppone ad un ordine mondiale basata sulla guerra e l'imperialismo.
Ancora una volta il black block proveniente da l nord europa viene utilizzato come un mostro senza volto da sbattere in prima pagina e di cui parlare in articoli e trafiletti, lasciando in disparte i veri motivi che spingono e spingerano migliaia di persone a scendere in piazza per contestare oggi i G8, domani Prodi, Bush e Berlusconi.
Su queste paure e su queste premesse ogni misura preventiva viene giustifica e descritta come necessaria e d inevitabile visto il clima: ciò che non ci viene detto è che questo viene creato proprio da coloro che mettono in atto proprio quelle misure che poi devono esser giustificate. Questa è la dimostrazione che l'Europa non è dei popoli, ma del commercio, del libero mercato e dei padroni dei popoli: le merci possono circolare liberamente sia sul mercato "legale" sia su quello "illegale", tra i quali esiste un confine ormai sempre più sfumato, ma le persone non possono farlo visto che per mobilitazioni di questo tipo vengono rigorosamente applicati controlli ai confini, viene impedito l'ingresso, ora in Germania dopo in Italia a coloro che sono considerati "pericolosi" estendendo la definizione a tutti coloro che portano una critica radicale al capitalismo: tutti speriamo che non si presentino davanti a noi le scene di Genova 2001, ma a volte è difficile fermare un treno in corsa e diventa ancora più dura se chi si schiera appartemente contro le violenze non fa altro che gettare benzina sul fuoco e a volte ha già i titoli delle prime pagine pronti per la stampa.
Davide Pinelli - DEApress
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