Tutti abbiamo avuto modo di notare che l’inverno appena trascorso è stato molto mite: nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio non abbiamo mai avvertito quel freddo pungente ed intenso che dovrebbe essere tipico della stagione invernale e solo le ultime due settimane di marzo sono state più fredde.
Una conferma ci giunge dal Copernicus Climate Change Service (C3S), progetto nato su iniziativa della Agenzia Spaziale Europea (Esa) e della Commissione Europea, secondo il quale l’inverno 2019/2020 è stato il più caldo di sempre in Europa, con 3,4 gradi in più, rispetto alla media del periodo di riferimento, il trentennio 1981-2010.
In sostanza, il processo di surriscaldamento del pianeta sta accellerando.
Anche l’Italia non si è sottratta a questo andamento. La Coldiretti ha rilevato che l’aumento delle temperature è stato accompagnato da una preoccupante siccità, con una caduta al nord di circa il 50% di precipitazioni in meno che hanno lasciato le montagne senza neve, e campi, fiumi e lagni all’asciutto. Si tratta di una siccità e di anomalie climatiche peggiori del 2017, anno in cui la fruizione dell’acqua incontrò difficoltà anche nei centri urbani per usi civili ed i raccolti di ortaggi, cereali, frutta, riso, uva e frumento per l’alimentazione di cereali subirono un duro colpo.
Una domanda sorge spontanea: impareremo mai a rispettare il nostro pianeta e l’ambiente, adottando misure per il contenimento e la riduzione dell’inquinamento?
La speranza è che questo sia un momento di riflessione per tutti ma il timore è che, tornati alla normalità, se mai ci riusciremo, tutto ricomincerà come prima.
Fonti: Repubblica.it, L’inverno è stato il più caldo di sempre in Europa del 02.04.2020; e Coldiretti.it
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