ARTICOLO DI ARCHIVIO
2002 - Qui di seguito alcuni scatti realizzati da Silvana Grippi, come del resto quelli che pubblicheremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimana fino ad arrivare all'anniversario di quelle giornate. Le foto di oggi sono state scattate dopo l'irruzione notturna alla Scuola Diaz, la mattina del 23 luglio (successiva alla mattanza operata da polizia e carabinieri che portò a numerosi arresti oltre ai feriti più o meno gravi).
2016 - Dal 6 all'8 giugno si svolgerà il G8 in Germania: arresti e perquisizioni, proveddimenti di militarizzazione e zone rosse, divieti a manifestare e contrappossizione.Non possiamo che andare con la memoria al luglio del 2001 quando il G8 si svolse a Genova...
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A Genova c'ero e manifestavo contro il G8, e vi dico che in tutta la mia "carriera" di contestatrice non ho mai visto tanta violenza da parte dello stato rivolto contro persone inermi. Caso unico che io conosco ed è anche la prima volta che i politici parlano di queste violenze perpetrate dalla Polizia nella caserma di Bolzaneto. Forse c'è stato anche altre volte - mi dicono Valle Giulia - ma non se ne mai parlato tanto come ora.
La morte di Carlo Giuliani ha rappresentato una svolta: ero in piazza Alimonda e vi assicuro che eravamo allibiti a guardare le forze dell'ordine che ci copriva la visione del corpo con i loro scudi. C'era rabbia ma anche compostezza da parte nostra che urlavamo la nostra rabbia dalle scale e vi assicuro che non sono passati attimi ma molto tempo (non saprei dire quanto) prima che il corpo di Carlo venisse portato via con l'ambulanza.
Il 2001 rappresenta una vera pausa di riflessione sui poteri e l'abuso dello stato che deve garantire la sicurezza di tutti. In uno stato che si dichiara democratico si può protestare e recriminare. La mia riflessione è che senza copertura politica nessun poliziotto si sarebbe mai permesso di offendere, picchiare e torturare dei giovani e mi domando: quale politico c'era dietro tutto questo? Quindi c'è la necessità di accertare le responsabilità politiche dell'accadimento - anche perché queste persone - oggi non dovrebbero essere votate - mi dispiace che questo sia usato come campagna elettorale ma ben vengano tutte le prese di posizioni, anche perché c'erano famiglie intere presenti e ai nostri figli "futuri elettori", "loro" devono dare delle risposte.
"Garantire la sicurezza" è un valore molto forte e deve essere presente in primis dalle forze dell'ordine e non usare questi momenti per "garantire la repressione sociale", quindi come gli episodi di violenza dal parte della folla vengono condannati così pure la violenza da parte delle forze di protezione dello stato. Uno stato democratico deve salvaguardare la popolazione non fare cariche con suoni incitanti alla lotta (il manganello veniva battuto a suon di tamburo ritmato contro lo schermo di protezione e si sa che il tam tam eccita le situazioni).
La Scuola Diaz la mattina dopo era un campo di deportati, sulle lavagne c'era scritto in un italiano capibile "asesini" e poi "stano arrivare...aiuto!!! ". Le paure e le angoscie di questi giovani ragazzi stranieri che erano in quella scuola se la porteranno per tutta la vita.
Poi se parliamo di Bolzaneto non si può accettare la violenza "dentro le celle", ho sentito alcuni giovani che hanno riportato (ascoltate di persona) quello che gli veniva detto, alcune ragazze sono state chiamate puttane e offese sessualmente e ai ragazzi sono stati strappati addirittura gli orecchini nelle varie parti del corpo. Non tutti hanno denunciato quello che hanno subito prima di essere portati in cella e ci bastano i racconti depositati per renderci conto della bassezza.
Torture, lesioni, minacce e abuso queste sono le accuse che non si toglieranno mai d'addosso quei polizziotti presenti. Le aule giudiziarie non bastano a fare giustizia, questa volta la giustizia ha parlato attraverso le testimonianze e le immagini dei "nuovi media" ed è bene che si continui a vedere i documenti in video. La giustizia questa volta è passata attraverso la comunicazione e non l'azione: è bene che se ne parli ancora perché ciò non deve più succedere.

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