Personalmente l'ho sempre sostenuto...E continuano ad arrivare prove a sostegno della mia tesi. L'ultima in ordine di tempo è quella recentemente riportata dal quotidiano “ The Indipendent” ( http://www.independent.co.uk/life-style/health-and-families/health-news/antianxiety-drug-benzodiazepine-raises-elderly-dementia-risk-8189176.html ): ricercatori dell'università di Bordeaux, hanno dimostrato che l'uso di benzodiazepine ( componente di farmaci diffusissimi come Tavor, Xanax, Lorazepam, Noctamid etc. etc.) porta ad un incremento del 50% dei casi di demenza senile, la cui variante più diffusa è nota come Alzheimer, nei pazienti con età sopra i 65 anni. La stessa fonte riporta che il 30% dei francesi di quel'età ne fa uso...Naturalmente nel proseguire dell'articolo si assiste ad “un arrampicata sugli specchi” dei detti ricercatori, e colleghi per giustificare in qualche modo il perdurare dell'uso di farmaci, che con ogni evidenza scientifica andrebbero banditi, con argomentazioni capziose...Cerchiamo di portare un po' d'ordine...Dunque,si converrà che “il manuale ufficiale” sul tema, citato fino alla nausea dagli “addetti ai lavori”, ossia l'ormai classico “Manuale Ashton” (http://www.benzo.org.uk/manual/index.htm ) è ….quantomeno da aggiornare? Ma si, voi lettori/lettrici mi obbietterete, anche lì, veniva in qualche modo discusso l'argomento “danni celebrali” (http://www.benzo.org.uk/ashsupp11.htm) concludendone di fatto, in modo piuttosto pilatesco - via ammettiamolo! - che la domanda se le benzodiazepine causassero danni celebrali o di altri organi era ancora irrisolta ( “Thus the question of whether benzodiazepines cause brain or other organ damage remains unanswered.”). Ma se era irrisolta perchè se ne giustificava (e se ne giustifica ancora) l'uso? Non sono “farmaci salvavita”, i campi d'impiego (e si potrebbe anche citare: l'uso smodato sia per motivi di “controllo sociale” sia per altro), tranne rarissime eccezioni, non giustificano in alcun modo il rischio...Non c'era un tempo il “primo non nuocere”? Anticaglia abbandonata?
Fabrizio Cucchi, DEApress
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