In questa indefinita marea di informazioni e notizie allarmistiche, è sempre più difficile capire se quello dell’ebola sia un rischio concreto oppure sia stato ingigantito dai media per impaurirci e seminare il panico fra la popolazione. Quando si parla di notizie come queste, il mezzo di informazione diventa uno strumento potentissimo e a volte fuorviante.
Intanto la psicosi collettiva inizia a diffondersi, anche per via dei casi dell’infermiera spagnola contagiata, del paziente americano deceduto e del caso sospetto del medico italiano appena rientrato dalla Sierra Leone, che fanno avvertire un potenziale rischio anche ai paesi occidentali. I casi sospetti nel mentre si moltiplicano e i media non specificano se i malati sono accertati o ricoverati solo in misura preventiva.
Il virus è sicuramente pericoloso, altamente contagioso e difficilmente curabile, ma stando alle fonti più specialistiche (Ministero della Salute), non si tramette per via area ma solo per contatto con materiali, cose, animali e persone infette. Sorge così in me la supposizione che il rischio di un’epidemia mondiale non consista, finché si è in grado di adottare misure preventive come la quarantena e norme sanitarie adeguate.
Le misure preventive, purtroppo, sono molto più complicate nei paesi africani, dove non riescono a difendersi in modo adeguato e le possibilità di cura sono quasi nulle: quasi tutti i contagiati sono deceduti dopo poco tempo.
Come da copione i paesi maggiormente colpiti sono sempre i paesi più poveri e meno sviluppati, che al momento affrontano una vera e propria emergenza umanitaria e si ritrovano sempre più abbandonati dalle nazioni più sviluppate.
Leggendo le notizie sono sempre più confusa, è davvero difficile discernere fra le informazioni vere, false e gonfiate: saranno esatte le misure preventive fornite? Il virus è davvero così pericoloso? Quanto è alto il rischio di contagio a livello mondiale?
Forse la chiave è fidarsi delle fonti più attendibili (specialisti della salute e operatori sanitari) e soprattutto, valutare con attenzione i titoli sensazionalistici dei giornali.
Nora Mulè/tirocinante Deapress
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