LA Rivista A si è diversificata da sempre per la bella impaginazione,
la scelta degli articoli e per la disponibilità editoriale.
Era un lunedì di luglio e Paolo Finzi all'età di 68 anni ha deciso di mettere fine alla sua vita buttandosi sotto un treno alla stazione di Forlì. .
E' diffiie trovare un' uomo meraviglioso come Paolo Finzi che ha saputo dare un forte carattere alla Rivista A, dove emergeva la sua impronta politica.
Amico da sempre di Fabrizio De André e di molti intellettuali italiani e stranieri si è battuto contro le ingiustizie e la dignità umana: "...Nel '68 entrò nel circolo del Ponte della Ghisolfa, di cui faceva parte anche Giuseppe Pinelli. Nel dicembre 1969 fu il più giovane anarchico fermato per la strage di Piazza Fontana con Pietro Valpreda....".
Ho scritto solamente un articolo per la rivista A e mi pento di non aver continuato a mandare reportage, ma il tempo è tiranno e volevo salvare la stampa di DEApress (anch'essa libera e indipendente. In serio pericolo di sopravvivenza) che non lascia tempo per fare altro. Chi scrive sa che ogni giorno rischia di andare nel penale, rischia di trovare nemici ed è anche difficile trovare collaboratori appassionati alla nascita e vita quotidiana di un giornale, rivista o pubblicazione in genere.
Tante volte chi crea decide di smettere di scrivere ma è difficile....finché siamo in vita...Si suol dire "finché c'è vita c'è speranza". Ebbene anche se la speranza è l'ultima a morire, Paolo ha deciso sia la sua fine che quella della Rivista.
La qualità e la libertà d'opinione lascia il segno ma fa anche soffrire!
Onore all'immenso lavoro di Paolo Finzi!
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