Galleria DEA presenta l'Associazione culturale MOVIMENTI d’ARGILLA - Percorsi Teatrali per il progetto Pratolini a cura del Centro DEA e dell'Archivio Il sessantotto -
Presentazione durante il FORUM dei Diritti Umani - Università degli Studi di Firenze
LA DIGNITA’ DELL’INVISIBILE
Testo a cura di: Michèle Gragnani – Maria Giovanna Nesi – Lucia Tempestini
Da: Cecenia di Anna Politkovskaia
Una paga da fame di Barbara Ehrenreich
Istantanea di una città dopo la guerra di Ilaria Alpi
Vasta è la prigione di Assia Djebar
Antigone di Sofocle
Le Baccanti di Euripide
Le nozze di Cadmo e Armonia di Roberto Calasso
M+G+L (parzialmente fuori sincrono)
IN ORIGINE, IL MOSTRO STAVA AL CENTRO – SEMPRE AL CENTRO,
LA’ DOVE SGORGANO LE ACQUE – AL CENTRO DELLA TERRA E DEL CIELO.
QUANDO IL MOSTRO FU UCCISO DALL’EROE, - IL SUO CORPO SMEMBRATO
MIGRO’ E SI RICOMPOSE – AI QUATTRO ANGOLI DEL MONDO.
POI CINSE IL MONDO IN UN CERCHIO, - DI SQUAME E DI ACQUE.
ERA IL MARGINE COMPOSITO DEL TUTTO.
ERA LA CORNICE.
Michelle________________________________________________________________Giovanna
Il 18…il 18 dicembre di quell’anno, ad Algeri, ho girato il primo piano della mia vita: un uomo seduto su una sedia di paralitico guarda, fermo sulla soglia di una camera, sua moglie dormire. Una stanza come un antro, calda. La dormiente ha stretto i suoi capelli in un foulard rosso. Il marito immobilizzato guarda da lontano.
Lucia
Un direttore può starsene seduto quanto vuole, ma guai
se vede qualcun altro riposarsi per un attimo; ecco perché,
per le cameriere, i tempi morti possono essere più stancanti
dell’ora di punta.
Michelle________________________________________________________________Giovanna
Tiro fuori un lavoretto qualsiasi. Spazzo per terra sfrego il banco, riavvito il tappo delle bottiglie del ketchup, ricontrollo i cestini del pane…
Un pomeriggio particolarmente storto,
Stu mi coglie a sbirciare la copia di
“US Today”, dimenticata sul tavolo da
un cliente, e mi incarica di ripassare
tutta la sala con l’aspirapolvere che ha
il manico rotto, per cui, se non voglio
spezzarmi la spina dorsale, devo
procedere in ginocchio
una porzione di pavimento per volta.
1.
Oggi, al termine di un anno di morti
oscure, di morti profanate, nelle
tenebre delle lotte fratricide.
Come nominarti ormai, Algeria!
La donna araba appare addormentata, immagine quasi tradizionale dal foulard rosso. Prime “inquadrature” del mio lavoro: una certa sconfitta dell’uomo. Ho detto: “Motore”. Mi ha colto un’emozione. Come se, con me, tutte le donne di tutti gli harem avessero mormorato “motore”.
Lucia
Marianne, addetta al servizio prime colazioni, abita con il
suo ragazzo in una roulotte da una persona, al prezzo
di 170 dollari la settimana.
Michelle________________________________________________________________Giovanna
Tina, un’altra cameriera e suo marito pagano 60 dollari a notte per una camera in un motel vicino al nostro ristorante. Adesso ospitano anche Marianne, che è stata estromessa dalla roulotte in quanto inquilina abusiva.
Joan, il cui guardaroba sempre nuovo
ed elegante mi aveva tratta in inganno,
dorme in un furgone parcheggiato dietro
un supermercato e va a fare la doccia da
Tina.
Gli abiti li compra ai mercatini dell’usato.
Gli uomini fucilati tirano a sé la terra
come una coperta
E ben presto i vivi non avranno più dove dormire!
I morti, loro soli, desiderano scrivere, e nell’urgenza
come si usa dire!
D’ora innanzi solo il loro sguardo m’importa.
Quello sguardo, lo rivendico mio.
Unico sguardo che buca i muri dei secoli
passati, sfuggendo alle case-tombe di oggi e
che cerca di posarsi, concentrato.
2.
Lucia
Non esistono economie alternative nel mondo dei poveri;
al contrario, ci sono un mucchio di costi aggiuntivi.
Se non riesci a mettere insieme i due mesi di affitto necessari
per prendere un appartamento, finisci per pagare molto di più
ogni settimana per una camera in qualche albergaccio.
Michelle_______________________________________________________________ _Giovanna
Se stai in una camera di motel, dove hai al
massimo un fornellino elettrico, non puoi
fare economia cucinandoti un pentolone di
zuppa di lenticchie per tutta la settimana,
da riscaldare quando torni a casa; sei
costretta a mangiare fuori, panini al bar o
minestre sintetiche alla tavola calda.
Se non hai i soldi per pagarti l’assicurazione malattie, non fai i controlli periodici, interrompi le cure e alla fine paghi anche questo.
Al centro della scena, soprattutto non piangere, né
improvvisare poesia funebre, né disarticolare nello stridore –
danze nella forra del Nador, ma anche al santuario della
mia infanzia a Sidi-Brahim, di fronte al mare, alla sua
spiaggia sassosa riservata alle devote, alle bambine, alle
mendicanti…
Corpo femmina velato interamente da un lenzuolo bianco, il volto interamente nascosto, soltanto un buco lasciato libero per l’occhio. Fantasma che il divieto rende ancor più sessuato, invertendo l’apparenza: ombra che cammina senza che, per secoli, noi abbiamo urlato il nostro seppellimento, senza che abbiamo strappato il lenzuolo, e se necessario la nostra pelle insieme.
Mi cucino quasi sempre il pasto di mezzogiorno,
di solito un piatto unico con molte proteine e di
lenta digestione, come svizzere di pollo con
formaggio fuso, che compro surgelate, e contorno
di fagioli in scatola.
3.
Se non voglio ridurmi a dormire in macchina, bisogna che trovi un secondo lavoro.
Lucia
Quasi tutte le inservienti che incontro nella mia caccia a un posto
sono afroamericane, ispaniche o immigrate dal centro Europa
dopo il crollo del mondo comunista, mentre le addette al servizio
sono quasi esclusivamente bianche e di lingua madre inglese.
Michelle_______________________________________________________________ _Giovanna
Scrivere come?
Non in quale lingua, né in quale alfabeto – quello,
doppio, di Dougga o quello delle pietre di Cesarea,
quello degli amuleti infantili o quello dei miei poeti
familiari francesi e tedeschi?
Né con devote litanie, né con canti patriottici,
e nemmeno nell’accerchiamento dei vibrato del tzarlrit!
Figura unica di donna, che riunisce nei lembi del suo lenzuolo-sudario cinquecento milioni di segregate del mondo islamico, è lei improvvisamente che guarda, ma dietro la cinepresa, lei che, attraverso un buco libero in un volto nascosto, divora il mondo.
Lucia
Qui si trova tutto ciò che una persona mangerebbe se il mangiare
non avesse conseguenze fisiche: patatine fritte, pollo fritto,
dessert ripieni di cioccolato e annegati nel caramello…
Michelle_______________________________________________________________ _Giovanna
Solo che ogni boccone è offerto a prezzo di condizioni
di lavoro indecenti. La cucina è un antro, uno stomaco
che sbocca in quel budello terminale che è la zona
spazzatura e lavatura piatti, dalla quale emanano odori
ineffabili tra il commestibile e il putrefatto: crema e
carcasse, pizza e vomito.
I lavandini sono tutti intasati da avanzi di lattuga, scorze di limone marcescenti, pezzi di pane fradici.
4.
Scrivere, i morti di oggi desiderano scrivere:
ma con il sangue, come scrivere?
Io contemplo la casa dei Labdàcidi
e questa pioggia antica di dolori
che continua a cadere
sui dolori dei morti
e progenie non libera progenie
e tutto questo non conosce fine.
Appena un po’ di luce, un barlume per dirigersi e, avanzando, sfuggire agli sguardi maschili.
Lucia
C’è un aspetto umiliante nella ricerca di lavori non qualificati,
consiste nell’offrire te stessa, la tua energia, il tuo sorriso,
la tua esperienza di vita, vera o presunta, a una serie di
persone che considerano queste cose come un pacco-offerta
poco interessante.
Michelle_______________________________________________________________ _Giovanna
Su quale tavola cranica, con quale calamo
Restio a nuotare nel colore vermiglio?
(+ L e M in sovr. alternata su evid.)
Perché gli uomini spiano, osservano, scrutano, riferiscono! Vai, così soffocata, al mercato, all’ospedale, in ufficio, al luogo di lavoro. Ti affretti, tenti di farti invisibile. Sai che hanno imparato a indovinare le tue anche o le tue spalle sotto la stoffa, che giudicano le tue caviglie, che sperano di vedere i tuoi capelli, il tuo collo, la tua gamba, nel caso il vento sollevi il tuo velo. Non puoi esistere fuori: la strada è loro, il mondo è loro.
Holly sta poco bene: è molto pallida, ma non
nel senso che è di razza bianca; il suo
biancore fa pensare piuttosto a un abito da
sposa, alla tubercolosi, alla morte. Di lei so
soltanto che ha 23 anni, è sposata da quasi un
anno e nutre sé, il marito e una parente
anziana con 30-50 dollari la settimana, cioè
con poco più della somma che spendo io per
mangiare.
5.
Peserà non più di 45 chili al mattino a digiuno, ammesso che poi faccia colazione.
Lucia
Nell’arco di una giornata di 8-9 ore non l’ho mai vista
mangiare altro che qualche cracker al burro di arachidi.
Michelle_______________________________________________________________ _Giovanna
Sì, come nominarti, Algeria.
E se cado, un giorno prossimo, indietreggiando
nel pantano,
Abbandonatemi, riversa, ma con gli occhi aperti
Non stendetemi né per terra, né in fondo a un pozzo
secco
piuttosto nell’acqua
o nelle foglie del vento
Perché continui a contemplare il cielo notturno
Questo sguardo artificiale che ti hanno lasciato, questa fessura, questo sguardo in miniatura diventa la mia cinepresa.
Il senso di colpa non basta; il sentimento giusto
è la vergogna, vergogna per la nostra, di
dipendenza; per la nostra dipendenza dal lavoro
sottopagato di altri. Quando una persona lavora
in cambio di una paga inferiore a quella
necessaria per vivere, quando una donna, per
esempio, mangia poco e male in modo che noi
possiamo mangiare meglio e a meno, quella
donna ha compiuto un grande sacrificio per noi,
ci ha fatto dono di una parte delle sue capacità,
della sua salute e della sua vita.
Lucia
Come disse Gail: “Qui è tutto un dare e un dare”.
Michelle_______________________________________________________________ _Giovanna
Un giorno (non saprei proprio prevedere quando),
i poveri che lavorano si stuferanno di ricevere così
poco in cambio e pretenderanno di essere pagati
per ciò che valgono. Quel giorno, la rabbia
esploderà e assisteremo a scioperi e distruzioni.
6.
Ma non sarà la fine del mondo e, dopo, staremo meglio tutti quanti.
Come imprimere tracce con un sangue che scorre, o che è
appena sgorgato?
Con il suo odore, forse
Con il suo vomito o il suo muco, agevolmente
Con la paura che l’aureola
Scrivere certo anche un romanzo
della fuga
della vergogna
Ma con il sangue stesso: con il suo fluire, la sua pasta, il
suo fiotto, la sua crosta non del tutto secca?
Noi tutte, appartenenti al mondo delle donne dell’ombra,
Il cerchio aperto ad ogni passo si chiude
invertiamo il procedimento:
La morte davanti, antilope accerchiata
Noi che finalmente guardiamo, noi che incominciamo.
L’Algeria cacciatrice, in me, è inghiottita.
Michelle + Lucia
Andate, cagne veloci della follia, salite sul monte.
Michelle
Con acute grida piombò l’esercito sulla pianura come un’aquila
con ali biancheggianti come neve
armi infinite ed elmi,
tutto chiuso nel ferro
dietro gli scudi bianchi.
I due sventurati,
nati da un padre e da una sola madre,
piantandosi nel cuore uno con l’altro
le lance vittoriose tutti e due
trovarono la morte.
7.
Michelle_______________________________________________________________ _Giovanna
Il 27…il 27 dicembre 2002, a Grozny, c’è l’attentato più sanguinoso che la piccola repubblica indipendentista abbia subito. Un camion imbottito di esplosivo, guidato da kamikaze, si è andato a schiantare contro il muro di cinta in cemento ed è saltato per aria su un’aiuola all’ingresso del palazzo del governo.
Lucia
Decine di persone vi hanno trovato la morte (la cifra esatta non è stata stabilita,
perché molti resti umani non sono stati identificati). Dell’edificio non è rimasto
che lo scheletro.
Michelle_______________________________________________________________ Giovanna
+ Lucia (soffiato)
Il cielo e la terra si copersero del bagliore di un fuoco terribile. L’aria si fece silenziosa, poi si riempì di clamori.
Mogadiscio è una città fantasma. Mogadiscio
è la Somalia.
La bella città sul mare, con il porto, i mercati,
il quartiere arabo, l’architettura fascista, la
cattedrale, non esiste più.
Lucia
Per la strada, percorsa da veloci mezzi militari e da più lenti asini
o automezzi civili sovraccarichi di persone e cose,
non si spara più.
Michelle_______________________________________________________________ Giovanna
Ma dire che le milizie non hanno più armi, questo nessuno lo può affermare. Il dramma della Somalia è ancora in scena. Rovine, calcinacci, vetri, questo è lo sfondo contro il quale si muovono gli attori.
Mi si sono tappate le orecchie, come succede
quando si viene giù dalle montagne russe.
Un fungo arancione chiaro ingrandisce al di
sopra delle nostre teste e nasconde il sole.
8.
Lo guardiamo senza troppa attenzione.
Siamo a Grozny, dove tutto è stato distrutto
e la gente non si stupisce più di niente.
Donne che preparano il tè, uomini che giocano una specie di dama,
bambini che corrono, qualche bancarella
Lucia
Fin qui nulla di anomalo. Strana però questa apparente
normalità se si pensa che nelle stesse strade stanno passando
militari stranieri che organizzano un rastrellamento di armi,
usando la loro autorità per bloccare automobili, perquisire, arrestare.
Michelle________________________________________________________________ Giovanna
Nessuno sembra interessarsene più di tanto. È come se ormai fosse la norma, un copione al quale si è abituati e che non fa più alcun effetto.
Ma Mogadiscio è quasi assediata.
Lucia
Ad ogni angolo di strada un posto di blocco.
Michelle________________________________________________________________ Giovanna
Passiamo senza soffermarci, accanto a uno slogan dipinto di fresco su un muro grigio:
Lucia
“Arrendetevi russi. Siete circondati”. (G in sovr.)
Michelle________________________________________________________________ Giovanna
Mentre camminiamo, ci torna in mente che tra quattro giorni è Capodanno.
L’inverno in Cecenia è glaciale, quest’anno.
Ha nevicato talmente che persino le rovine
di Grozny si sono trasformate, sotto il sole,
in enormi masse scintillanti.
Improvvisamente proviamo una voglia pazzesca di vivere e farci belle.
9.
Lucia (+G+M in sovr. su maglis)
La città è fisicamente dominata dal parlamento.
Un grande edificio che da una collina verde offre una vista
spettacolare. Il maglis, quella che era assemblea di governo,
è un triste simbolo.
Michelle________________________________________________________________ Giovanna
Una furia distruttiva lo ha fatto a pezzi,
ogni cosa è rotta, ridotta in frantumi.
Il pavimento è coperto di detriti, le finestre
non hanno più vetri.
La sala delle riunioni sembra reduce da un ciclone.
I grandi murales colorati sono rimasti là,
con le loro figure in uno strano stile, un
ibrido tra realismo sovietico e naif americano.
La vita politica a Mogadiscio non è molto più di questo.
Ci mettiamo in cerca di un’anima buona
che ci offra un tè.
Da stamattina non ne ho bevuto neanche un sorso.
Nel bel mezzo del nulla c’è Bakara, un
grande mercato. Si trova di tutto.
Lucia
Grandi camion scaricano del cemento, più in là delle donne
sedute su bancarelle coperte vendono stoffe.
Michelle________________________________________________________________ Giovanna
La provenienza? Guarda caso la stessa di un carico rubato pochi giorni prima.
E’ una festa di colori, di odori. C’è di tutto.
Dall’olio per capelli che promette miracoli,
alla frutta in scatola, all’oro.
Piccole botteghe con bilance per pesare il metallo prezioso.
10.
In quel momento non sappiamo ancora niente.
Tra cinque minuti Rukiat scoppierà in lacrime
e si aggrapperà a me per non cadere.
Eravamo per strada alla ricerca di un tè caldo,
quando la gente ha cominciato a superarci di
corsa con i capelli scarmigliati e piangendo.
Alla fine Rukiat ha gridato: Ma che succede? Dove correte tutti?
Lucia
Lunghe file di uomini, il mattino presto, vicino al porto,
nei pressi delle ambasciate.
Michelle________________________________________________________________ Giovanna
Cercano lavoro. Qualcuno ce la fa, qualcun altro no.
Il malumore è profondo.
L’attività in città non riprende. Il cartello “Lavori in corso” nel bel mezzo della strada sembra una beffa.
Lucia
Regna l’inattività. Le immondizie sono ammucchiate
ai lati delle strade. Lunghe file di donne stazionano
intorno ai punti di distribuzione del cibo.
Michelle________________________________________________________________ Giovanna
Lunghe file fin dall’alba.
In ordine, rassegnate, con i bambini in braccio.
Passa un altro giorno, nulla si risolve, ma per
lo meno si arriva a domani.
Una gru automotrice avanza verso di noi. Il manovratore urla qualcosa che non capiamo a causa del frastuono del motore, ma dalla cabina pende un braccio di donna e cola sangue…Allora ci rendiamo conto che sta chiedendo di fargli largo…
Lucia + Michelle
L’uomo precipitò al suolo dall’alto, gridando. Gridò finché ebbe respiro. I fianchi
erano stati spolpati, a strappi (Pausa). Ora i pezzi del cadavere giacciono
disseminati dappertutto.
11.
Michelle________________________________________________________________ Giovanna
Anche di fronte alla sede dell’unione islamica la gente fa la fila. L’Islam fondamentalista attrae,
Lucia
fa presa su gente che ha perso tutto.
Michelle________________________________________________________________ Giovanna
Si odono grida lamentose di uomini e donne.
Con Rukiat corriamo verso l’ingresso. Singhiozza
e implora che la lascino entrare in cortile. Cerco
di spiegare alla sentinella che suo marito è là.
Il soldato mi guarda con occhi stralunati, si
asciuga il sangue che gli cola dal viso ferito e mi
dice a bassa voce:
Lucia
“E’ per questo che bisogna allontanarla da qui, non deve vedere”.
Michelle________________________________________________________________ Giovanna
Nel progetto di una nuova Costituzione non c’è posto per gli islamismi. Ma di donne velate se ne vedono sempre di più e le organizzazioni femminili si sono viste più volte minacciate da chi le considera immorali e nemiche della religione.
Lucia
Il Sudan non è poi così lontano.
Michelle________________________________________________________________ Giovanna
Trascino Rukiat verso il muro di cinta,
un po’ più in là, la affido a dei conoscenti,
poi oltrepasso la porta, sola, senza chiedere
niente al soldato. E ancora una volta, in mezzo
a quei corpi mutilati rosso-marrone che
somigliano a ceppi di legno, ho l’impressione
di morire.
12.
Lucia
Sono tutti sporchi, alcuni si trascinano urlando,
altri restano immobili e silenziosi.
Michelle________________________________________________________________ Giovanna
Cala la notte a Mogadiscio. Non c’è elettricità.
Alla luce di candele e lampade a gas degli
uomini, resi ancora più simili a fantasmi
nella luce fioca, prendono il fresco,
giocano, devono tè e caffè.
La città è irreale. Un semaforo impazzito,
l’unico funzionante, segna il rosso.
Giovanna
C’era una gran vampa che bruciava.
Ed ecco all’improvviso, una tromba di vento
alza da terra un vortice di polvere
ed empie la pianura.
A un tratto vediamo la ragazza:
emetteva gridi acuti d’uccello disperato
quando ritorna e trova vuoto il nido.
Così lei appena vide il cadavere a nudo
lanciò lamenti e poi maledizioni
a chi l’aveva fatto.
M+G+L
Non pensate di essere stati risparmiati, infelici.
Voi, che per Creonte trascinaste la guerra in paesi stranieri.
Altri corpi straziati giaceranno insepolti,
in mucchio sugli insepolti.
M+G+L
(fuori sincrono con lunghe pause tra una frase e l’altra)
SCOMPARVE IL MARGINE
SPARI’ LA CORNICE
IL MOSTRO PERSE LA SUA DIMORA
TORNO’ A VAGARE
IL MOSTRO
OVUNQUE.
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