Immagine ripresa da Google
Il metaverso, diversamente da come molti potrebbero pensare, nasce nel 1992 - quando Neal Stephenson - autore del romanzo fantascientifico "Snow Crash", conia questo termine ("metaverse" in inglese) per denominare la realtà virtuale narrata nel suo libro.
Ma è solo 30 anni dopo, nell'ottobre del 2021, che questo termine viene per così dire riesumato, quando Mark Zuckerberg annuncia la creazione di Meta, una nuova società che ingloberà tutti i social posseduti dal fondatore di Facebook.
L'obiettivo di Zuckerberg è quello di creare, grazie a Meta, una realtà virtuale con avatar 3D liberi di muoversi ed interagire in una nuova dimensione che va "oltre la realtà" ed offre esperienze nuove e straordinarie.
Tra queste esperienze c'è anche l'arte, infatti stanno già nascendo i primi progetti di artisti realizzati nel metaverso: il più popolare è quello dell'artista americano Kaws (pseudonimo di Brian Donnelly), che, oltre ad esporre le sue opere alla Serpentine Gallery di Londra, ha deciso di trasportare la sua mostra anche nel mondo del celebre videogioco "Fortnite", dove tutti possono visitare gratuitamente, ma soprattutto virtualmente, la mostra, in quella che è una prima fusione tra arte e metaverso.
In Italia la "meta-realtà" nasce con il progetto di "Lieu.city". La piattaforma digitale, creata dal gallerista Deodato Salafia, ha infatti deciso di inaugurare le prime mostre in realtà virtuale, fornendo ai suoi utenti la possibilità di visitare le mostre con un VR (visore della realtà aumentata) e di potersi muovere tra le opere d'arte proprio come sarebbe possibile fare "dal vivo".
Quest'esperienza innovativa è un primo segno della genesi di una nuova avanguardia artistica, che sarà sempre più presente nel nostro quotidiano e che, con lo sviluppo delle "meta-mostre", porterà tutte le opere dei musei, anche le più importanti, ad essere fruibili ad un pubblico globale. Ma anche se queste novità potrebbero in un primo momento destabilizzare e spaventare si devono ricordare le parole dello scrittore inglese Oscar Wilde, che, esprimendosi sul progresso afferma che le tradizioni di oggi sono semplicemente le innovazioni ben riuscite del passato.
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