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Che ruolo ha il libro oggi?
E' una domanda che sentiamo spesso negli ultimi tempi, almeno da quando l'ebook non è più fantascienza ma realtà concreta e attiva nelle scelte editoriali. Considerate le possibilità di sviluppo e di espansione di qualsiasi campo del digitale, viene quasi da pensare che un giorno le librerie saranno posti frequentati soltanto da nostalgici, appassionati di vintage e collezionisti di antiquariato. In effetti l'ebook presenta notevoli vantaggi. E' pratico e comodo, ha dimensioni ridotte ma consente di avere a portata di mano decine di libri, in qualsiasi posto e a qualsiasi ora, per di più a prezzi ridotti rispetto al cartaceo. Si tratta di un'innovazione che ha entusiasmato giovani e no, la cui efficacia è stata recentemente sperimentata anche in ambito scolastico, sia per quanto riguarda l'approccio alla lettura e allo studio delle nuove generazioni, sia per la rapidità di consultazione e ricerca universitaria.
Il modo in cui l'umanità scrive e legge libri si evolve continuamente: dalle iscrizioni su pietra ai papiri e poi alla carta, dal lavoro manuale alla stampa, da una fruizione elitaria alla diffusione di massa. Ogni cambiamento ha costituito un passo avanti nella civiltà, e tutto fa pensare che anche l'avvento dell'ebook faccia parte di questo progresso.
Ma davvero il digitale può sostituire il cartaceo? Non è soltanto una questione di praticità e/o di costi. Il libro stampato, semplicemente in quanto oggetto, ha un valore estetico che il digitale non può riprodurre. L'importanza del libro cartaceo non risiede tanto nel contenuto, che l'ebook mette comodamente a disposizione, ma nella sua fisicità: può essere toccato, annusato, sottolineato, sciupato, riposto nella libreria di casa. Porta addosso i nostri segni, sviluppa un rapporto diverso con la conoscenza, è un pezzo dello nostra storia.
Non si tratta di essere reazionari: i vantaggi del digitale sono innegabili e pensare di boicottarlo sarebbe un'operazione poco realistica, oltre che inutile. A mio parere, tuttavia, il ruolo dell'ebook non può essere sostitutivo del cartaceo, ma semplicemente complementare. Il piacere di sfogliare un libro con le proprie mani non può essere rimpiazzato dalla schermata di un computer: si tratta di un argomento sentimentale forse, e poco pratico, ma in fondo stiamo parlando di libri, di letteratura, di arte, e non di altro.
Ma davvero il digitale può sostituire il cartaceo? Non è soltanto una questione di praticità e/o di costi. Il libro stampato, semplicemente in quanto oggetto, ha un valore estetico che il digitale non può riprodurre. L'importanza del libro cartaceo non risiede tanto nel contenuto, che l'ebook mette comodamente a disposizione, ma nella sua fisicità: può essere toccato, annusato, sottolineato, sciupato, riposto nella libreria di casa. Porta addosso i nostri segni, sviluppa un rapporto diverso con la conoscenza, è un pezzo dello nostra storia.
Non si tratta di essere reazionari: i vantaggi del digitale sono innegabili e pensare di boicottarlo sarebbe un'operazione poco realistica, oltre che inutile. A mio parere, tuttavia, il ruolo dell'ebook non può essere sostitutivo del cartaceo, ma semplicemente complementare. Il piacere di sfogliare un libro con le proprie mani non può essere rimpiazzato dalla schermata di un computer: si tratta di un argomento sentimentale forse, e poco pratico, ma in fondo stiamo parlando di libri, di letteratura, di arte, e non di altro.
"[...] Ci sono due tipi di libro, quelli da consultare e quelli da leggere. I primi (il prototipo è l'elenco telefonico, ma si arriva sino ai dizionari e alle enciclopedie) occupano molto posto in casa, son difficili da manovrare, e sono costosi. Essi potranno essere sostituiti da dischi multimediali, così si libererà spazio, in casa e nelle biblioteche pubbliche, per i libri da leggere (che vanno dalla Divina Commedia all'ultimo romanzo giallo). I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Son fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in barca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell'intensità e regolarità delle nostre letture, ci ricordano (se ci appaiono troppo freschi e intonsi) che non li abbiamo ancor letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. Provate a leggervi tutta la Divina Commedia, anche solo un'ora al giorno, su un computer, e poi mi fate sapere. [...]"
(Umberto Eco, da "La bustina di Minerva")
Alessia Carrai
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