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Terra 3.0 - 04/11/2010

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Terra 3.0: l'ultima speranza per salvare il pianeta

 

La consolazione di Obama: La sconfitta elettorale del presidente degli USA è stata pesante ma non totale. In California con una maggioranza schiacciante (59% di voti contrari) è stato respinto il tentativo delle lobby petrolifere di cancellare la legislazione ambientale del più “verde” degli stati americani.

Con la scusa che avrebbero danneggiato l’occupazione, il referendum “proposition 23″ chiedeva di sospendere l’efficacia delle norme statali a sostegno delle energie rinnovabili fino a quando il tasso di disoccupazione della California non scenderà sotto il 5,5% per almeno quattro trimestri consecutivi. Visto che attualmente il numero di senza lavoro è oltre il 12%, l’obiettivo era evidentemente quello di archiviare per sempre la legislazione ambientale della California.

Se il referendum fosse passato si sarebbe trattato di un colpo gravissimo visto che storicamente in tema di innovazione tecnologica e salvaguardia dell’ambiente la California ha sempre fatto da apripista al resto degli Stati Uniti. Una possibilità che faceva gola quindi alla grande lobby petrolifera, prodiga di contributi milionari a sostegno della campagna elettorale per il sì.

Dietro la sconfitta dei petrolieri non c'è solo l’accresciuta sensibilità ambientale dei californiani, ma anche ragioni campanilistiche. A guidare le fila della battaglia per cancellare le norme a sostegno della “green economy” sono stati infatti grandi aziende che fanno base in Texas, come la Valero, mentre tutte le imprese della Sylicon Valley che si stanno riconvertendo dall’informatica alle tecnologie verdi si sono schierate a difesa della legge statale.

 

100 piazze per il clima: Dopo i gravissimi danni causati in Italia dal maltempo e a meno di un mese dall’avvio dei lavori della conferenza Onu di Cancun, le organizzazioni ambientaliste e un vasto schieramento di forze sociali e produttive chiamano i cittadini a manifestare per chiedere che le politiche climatiche diventino una priorità. La manifestazione si svolgerà in oltre 100 piazze sabato 6 e domenica 7 novembre. Il futuro è nell’efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili, è il messaggio che vogliono lanciare gli organizzatori.

L’iniziativa sarà occasione anche per firmare il progetto di legge d’iniziativa popolare “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”, firme che saranno consegnate in Parlamento prima delle festività natalizie.

I promotori della manifestazione chiedono al governo di fare di più per contrastare i cambiamenti climatici e perseguire gli obiettivi europei di riduzione dei gas serra. Impegni che vincolano i paesi UE a ridurre, entro il 2020, le emissioni del 20% e a realizzare, entro la stessa scadenza, un aumento del 20% sia dell’efficienza energetica sia dell’utilizzo delle fonti pulite.

Si legge nel comunicato: “Quella dell’Italia una posizione insensata alla luce del calo di emissioni di gas serra indotto dalla crisi economica e del fatto che grandi paesi europei hanno già dichiarato perseguibile un obiettivo di riduzione del 30%. Nel nostro paese, per altro, nel 2009 la crescita delle fonti rinnovabili è stata fortissima (+13% di produzione) e dimostra quanto queste tecnologie siano affidabili e competitive. Attraverso nuovi impianti solari, eolici, geotermici, idroelettrici, da biomasse sono già centinaia i Comuni che producono più energia elettrica di quanta ne consumino. Grazie a questi impianti sono stati creati nuovi posti di lavoro, nuovi servizi e nuove prospettive di ricerca applicata, oltre ad aver ottenuto maggior benessere e qualità della vita. Queste esperienze sono la migliore dimostrazione del fatto che investire nelle rinnovabili e nell’efficienza è una scelta lungimirante e conveniente e che occorre puntare con forza in questa direzione per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea al 2020 per la riduzione delle emissioni di CO2″.

Tutte le informazioni su date e luoghi degli eventi all'indirizzo: http://www.oltreilnucleare.it

 

 

Il futuro del fotovoltaico: Il silicio è ancora il protagonista assoluto del fotovoltaico e lo rimarrà per almeno un decennio. Ma lo sviluppo di nuove tecnologie alternative, come il film sottile o le celle organiche potrebbero spostare l’attenzione e diminuirne l’utilizzo. Anche il mondo delle celle in silicio poi è tutt'altro che statico e sono in continua evoluzione soluzioni per aumentarne l'efficienza e dunque abbassarne il costo per watt. Di questi argomenti si è discusso al convegno “Il futuro del silicio nel fotovoltaico”, organizzato la settimana scorsa dalla Fondazione Bruno Kessler (FBK), dall’Università di Trento e dalle sezioni italiane delle Società internazionali IEEE Photonics e IEEE Nanotechnology.

Secondo Pierluigi Bellutti, coordinatore del dibattito e responsabile del laboratorio di microtecnologie della FBK, nei prossimi 10 anni non si prevedono grandi cambiamenti, per cui il futuro del fotovoltaico resta legato ai moduli in silicio, attualmente usati oltre per oltre il 90% del fotovoltaico mondiale. Le altre tecnologie sono promettenti, ma in una fase non ancora matura. Ad esempio il fotovoltaico organico potrebbe aprire a dei concetti diversi come i pannelli flessibili e dunque dare il via a nuove applicazioni e nuove frontiere dell'integrazione edilizia, ad esempio seguendo le forme dei tetti dei capannoni senza interruzioni. Particolarmente interessante è il fatto di poter coprire a basso costo grandi superfici, cosa che compensa l'efficienza relativamente bassa.

Secondo il professore il successo di queste innovazioni, come il fotovoltaico organico, dipenderà innanzitutto dai progressi tecnologici volti a migliorare efficienza e tempi di vita del modulo, ma anche il classico solare al silicio ha ampi margini di miglioramento grazie alle nanotecnologie. Molte interessanti sono gli studi del professor Bellutti su dei nanocristalli di silicio che vengono deposti sulla superficie dei pannelli, assorbono le radiazioni ad alta intensità dal sole e le riemettono una luce che è giusta per il silicio della cella fotovoltaica. In questo modo si usa energia che altrimenti verrebbe dispersa e si possono così recuperare circa 2 punti percentuali di efficienza che sulla durata di vita di un modulo e su grandi superfici è una grande differenza che incide sul rapporto costo/rendimenti.

 

 

Capitale verde europea: Vitoria-Gasteiz, il capoluogo dei paesi baschi, ha ricevuto dalla commissione europea il titolo di «Capitale verde europea 2012», battendo concorrenti della stazza di Barcellona, Malmö, Reykjavik, Norimberga.

Il sindaco di Vitoria, Patxi Lazcoz, giovane avvocato eletto nel 2007 nelle lista del partito socialista, spiega che il segreto sta nella complicità generale in difesa dell’ambiente: “Somos una piña”, compatti come una pigna. Per cui l’opposizione appoggia serenamente misure impopolari come la triplicazione della tariffa della sosta in superficie (da 0,90 a 2,50 euro per 90 minuti). O una rivoluzione nella rete dei trasporti pubblici, il cui utilizzo è aumentato del 42% in 18 mesi. O la lenta ma progressiva pedonalizzazione del centro, nonostante l’iniziale malumore dei commercianti e nonostante l’industria automobilistica dia lavoro a 5 mila abitanti nelle fabbriche locali di Michelin e Mercedes Benz. Che comunque già sforna i primi modelli elettrici, alimentati con energia rinnovabile.

“È stato un lavoro di 30 anni” afferma l’assessore all’Ambiente, Alba Cañadas, “con la partecipazione di tutte le forze politiche e della società civile, collettivi, gruppi ecologici, fondazioni. Si raccolgono le proposte tecniche, si discute, si arriva a un accordo e si avvia il piano. Cambia il governo? Non importa, i progetti condivisi vanno avanti lo stesso”. Sul tavolo dei giudici europei, Vitoria ha portato numeri vincenti: il 73 per cento dell’edilizia, quella popolare e a buon mercato, monta pannelli solari; il rapporto tra zone verdi e popolazione è di 42,12 metri quadrati per cittadino e tutti i 240 mila residenti hanno almeno un parco o un giardino accessibile a meno di 300 metri dal loro domicilio. I 61 chilometri di piste ciclabili diventeranno presto 164. Il consumo domestico di acqua continua a calare da cinque anni, nonostante l’aumento degli abitanti: da 130 litri quotidiani a 119 a testa. Metà della media italiana.

L’aria che Vitoria respira è “buona” o “molto buona” per 284 giorni all’anno (dati del 2008) e dal 2006 non è mai più stata raggiunta la soglia d’allarme per l’ozono. Merito dei 370 ettari di parchi cittadini a cui si somma l’Anello Verde di 622 ettari che circonda la città. A est di Vitoria si trova Salburua, una zona di inondazioni nell’Ottocento che, prosciugata a metà del Novecento, è tornata quello che era: un’oasi umida e protetta (aperta alle visite e agli studi) per animali a rischio d’estinzione e uccelli migratori. Un piccolo paradiso di quasi 200 ettari sotto le finestre dei privilegiati, per una volta, abitanti di periferia.

Sicuramente tanti amministratori locali italiani avrebbero da imparare qualcosa da questa città.

 

04/11/10

Cosimo Biliotti

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Ultimo aggiornamento ( Giovedì 04 Novembre 2010 21:16 )  

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