La vita è questione di scelte. io ho scelto di fare l'università studiando ingegneria,a quei tempi sceglievo di uscire per bere e divertirmi. Ho scelto di sposare Tina e avere due figli splenditi. Ho scelto che macchina guidare, ho scelto questa maglietta, ho scelto questo taglio di capelli. Quello che non ho scelto è di diventare un malato terminale... "Comincia cosi lo spot per l'eutanasia prodotto in Australia e tradotto in Italia dall'associazione Luca Coscioni. Nessun malato terminale attaccato ai tubi, o altre scene da film dell'orrore, nessuna voce particolarmente spaventosa da poter danneggiare la psiche delle persone a casa e dei bambini, semplicemente un malato che si racconta. e pure questo spot a destato molte polemiche e fino a ieri, non è mai stato trasmesso da nessuna rete pubblica.Ieri,lo spot è stato trasmesso su Rai Tre all'interno del programma "Dieci minuti di...programmi dell'accesso", dedicato al mondo dell'associazionismo, che ospitava l'associazione radicale. Trenta secondi circa, in cui un malato terminale racconta la sua condizione, e chiede al governo di avere libertà di scelta.Lo spot è andato in onda integrale, compresa l'ultima schermata in cui è riportata una rilevazione dell'Eurispes secondo la quale "il 67% degli italiani è favorevole all'eutanasia". "Il nostro governo no", conclude lo spot. Il tema continua ad essere molto delicato e il dibattito continua. C'è chi sostiene che è giusto scegliere la forma della pubblicità per far conoscere al pubblico il problema, perchè la parola eutanasia non è un tabù e ora bisogna cominciare seriamente ad una regolarizzazione visto che fa parte del vissuto delle persone. Altri sostengono che non è giusto perchè la vita va difesa perche "nessuno è padrone della propria vita" e in questo modo si andrebbe a pubblicizzare una vera e propria distorsione della legge e dei principi costituzionali... A voi la scelta!
Lo spot è disponibile in rete.
Rezarta Selam Eminaj - DEApress
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