Continuano i casi di bullismo e i risvolti tragici sono sempre più frequenti. Ad essere vittima degli insulti dei compagni di classe, di chi condivideva con lui quelle ore della giornata che dovrebbero essere fondamentali nella formazione di chi rappresenta il nostro futuro è stato un quattordicenne di Ischia, che ha scelto come risposta a questi sorprusi, il suicidio. Il ragazzo frequentava i quinto ginnasio del liceo classico “Scotti” di Ischia, già noto per i suicidi di tre ragazzi, avvenuti in passato. Veniva definito “secchione” e deriso. Come ogni ragazzo il giudizio è importante. Il quattordicenne si è tolto la vita in modo violento: impiccandosi. Il suo corpo è stato trovato non lontano da casa, legato ad un albero. Non ha lasciato nessun biglietto d’addio, ma il suo gesto è stato più forte di qualsiasi messaggio, segno evidente e purtroppo irrecuperabile del suo forte disagio.
Disagio verso cosa? verso la scuola o la società? Semplicemente il fatto di essere uno studente modello, di prendere voti alti e di dare alla scuola un valore che molti giovani oggi non danno oppure altri disagi che si perdono nella non socializzazione dovuta alla contemporaeità. Adesso sono iniziate le indagini, gli inquirenti stanno raccogliendo le testimonianze dei compagni e del corpo docente. L’ipotesi di reato è di violenza privata e istigazione al suicidio, ma quel che è certo è che quel giovane non tornerà più, ha scelto di morire e rinunciare a ciò in cui credeva a causa di un problema che nella nostra società sta diventando sempre più preoccupante. Cosa si può fare per dare valore alla vita di un giovane?
Emanuela Riolo DEApress
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