Il sindaco di Sesto Fiorentino, Gianni Gianassi, ha firmato tre ordinanze di sgombero per altrettanti stabili occupati nel territorio sestese. Si tratta dell’ex caserma Donati, in via Gramsci, e di due insediamenti Rom nelle ex aree industriali Osmatex , di via Lucchese, e Cir, di via Ponte a Quaracchi. Le richieste di sgombero hanno fatto seguito alla relazione dell’Ufficio Igiene e Sanità Pubblica della Asl 10 di Firenze, che avrebbe documentato una situazione igienico – sanitaria piuttosto preoccupante data l’assenza di acqua potabile e la non idoneità allo smaltimento dei liquami per la mancanza di allacciamenti alla fognatura.
I proprietari degli stabili occupati (Ministero della difesa per l’ex caserma Donati; Osmatex e Cir rispettivamente per l’ex bitumificio e per l’ex cantiere edile) hanno venti giorni di tempo per eseguire lo sgombero o sessanta giorni per ricorrere al Tar o centoventi per appellarsi al Capo dello Stato. Oltrepassati questi termini il sindaco può chiedere al Prefetto di eseguire lo sgombero rimettendo le spese ai proprietari. Quest’ultima soluzione è stata presa seriamente in considerazione dal sindaco Gianassi: “se le proprietà – ha dichiarato il primo cittadino sestese – non eseguiranno lo sgombero e non ci comunicheranno l’intenzione di fare ricorso, il Comune potrà chiedere al Prefetto l’intervento con forza pubblica”.
Per quanto concerne, invece, l’ex Centro Asl Luzzi la situazione appare lievemente dissimile. Lo sgombero non riguarda gli ex edifici Asl di via dell’Uccellatoio dove sembra che la situazione relativa alle utenze sia migliore. Pare che, per questa struttura, sia addirittura in atto un ragionamento con la Regione – anche se Gianassi si lamenta di non essere stato sufficientemente coinvolto nelle riunioni al riguardo – per sistemare parte degli occupanti che, nel frattempo, lottano perché venga loro garantito il diritto allo studio tramite l’apertura delle scuole di Sesto alle loro iscrizioni e la possibilità di usufruire degli scuolabus per raggiungerle(Segno, questo, che la gente che risiede in questo stabile non disdegna l’eventualità di poterci abitare, in qualche misura, definitivamente ).Il problema è infatti quello di trovare una degna alternativa per ognuno degli occupanti di ciascuno degli insediamenti abusivi. Chi richiede uno sgombero senza porsi questo problema è evidente che non è spinto dalla preoccupazione per le condizioni igieniche; è certo infatti che le persone attualmente residenti negli stabili occupati sarebbero condannati a vivere in condizioni ben peggiori.
Se è la situazione di precarietà in cui versano gli occupanti a preoccupare il sindaco Gianassi, questi farebbe meglio a garantire loro l’acqua potabile, le fognature, l’elettricità e quanto necessario per vivere dignitosamente.
Matteo Staglianò – DEApress
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