I Funkoff, la più famosa ed instancabile marching band italiana che con il suo irresistibile funk ha fatto vibrare e riempito di energia i più prestigiosi palchi sia in Italia che all’estero, presenta dal vivo il suo nuovo album Una banda così. Per chi non avesse ancora avuto la fortuna di vederli è d’obbligo non perdersi l’energia e il groove di una band straordinaria. Appuntamento sabato 6 marzoalle ore 17.30 alla libreria Feltrinelli in via de' Cerretani.
DARIO CECCHINI parla di “Una Banda Così”, il nuovo album dei FUNK OFF in uscita il 5 marzo 2010
Scrivere per i Funk Off non è solo comporre e arrangiare. E’ comporre per soli fiati e percussioni, un ensemble particolare, con un sound particolare. E’ addirittura scrivere per delle persone delle quali conosci il suono e l’indole e a cui sai quello che puoi chiedere e come lo suoneranno.
All’inizio era tutto molto semplice, la musica, l’entusiasmo, anche l’immediatezza del progetto. Negli anni la cosa è cambiata, le strutture formali, gli arrangiamenti, la ritmica, i giri armonici, si sono sviluppati, sono stati anche estremizzati e i brani forse sono divenuti un po’ più pensati e cerebrali, ma non è cambiata l’energia, il trasporto, il coinvolgimento e la sincerità mia nella fase compositiva e dei Funk Off nella fase esecutiva. Anche se “esecuzione” nel nostro caso è già limitante, è un’interpretazione, una partecipazione, una condivisione nella musica.
“Una Banda Così”, dopo 12 anni e altri 3 dischi incisi, è un titolo non casuale, legato all’unico pezzo cantato dell’album, le cui parole esprimono la singolarità di questo gruppo e il mio amore e coinvolgimento in esso.
Ovvio che durante il processo creativo l’idea è stata esagerata e idealizzata, ma cosa sarebbero i processi creativi senza un totale abbandono ed una mitizzazione dell’argomento ispirante?
Le stesse citazioni musicali all’interno del brano, Charlie Parker , Earth Wind & Fire, Stevie Wonder e Dizzy Gillespie guardano alto, ma mostrano le reali e variegate ispirazioni della nostra musica. Non parliamo poi del testo, in cui vado a paragonare i Funk Off ai gruppi di James Brown e Maceo Parker….. ma ho parlato prima dell’abbandono incondizionato e irrazionale all’ispirazione no?
L’album si apre con “Women & Money” che nei nostri concerti è il brano che spesso funge da bis di chiusura, ma qui apre l’album per la sua positività e il suo impatto e soprattutto perché, secondo me, è una buona sintesi del percorso musicale fatto dal gruppo durante questi anni.
“Psychedelic Diminished Funk” è un brano basato sulla scala diminuita. Ha un’energia e una cattiveria caratteristica dei Funk Off.
In “Where’s the Salsa” si passa in maniera quasi naturale da un groove funky ad un tumbao fatto dai saxofoni che accompagnano l’assolo di tromba di Fabrizio Bosso, quindi ad un assolo di batteria di Horacio “El Negro” Hernandez” per poi ritornare al funk iniziale. Stili e generi che si mescolano.
“The First End” è un brano costituito da tre temi con climax molto diversi. Nel primo ad una batteria rock e ad un “tutti” di fiati rispondono dei power chords del sousaphono con i sax baritoni e tenori. Nel secondo il brano si calma un po’, diventando più melodico. Nel terzo una progressione armonica di accordi maggiori scende in maniera cromatica per risolvere in un accordo minore.
“Sei settimane a Roma” è un brano che ho scritto a Roma e dedicato a questa singolare e bellissima città. Per esporre la melodia di questo brano dove al 4/4 del tema si alterna un ritornello di 6/8 e 5/8, ho pensato che il suono del flauto, strumento che amo e con il quale ho suonato sempre un brano nei cd dei Funk Off, fosse quello più giusto.
“My Mountains” l’ho scritto in un periodo in cui ero lontano da casa e le montagne sintetizzano tutto quello di cui sentivo la mancanza. E’ un po’ malinconico, uno dei pochi brani in tonalità minore dei Funk Off.
“Meeting Point” è invece molto solare. E’ anche l’unico di questi brani che non avevo scritto fin dall’inizio per i Funk Off. Scritto diversi anni fa mi era rimasto lì e quando l’ho casualmente riletto l’ho pensato fatto dai Funk Off per i quali l’ho subito arrangiato. Il fill iniziale di drums però l’ha pensato la sezione ritmica. Per me già il fill vale il prezzo del CD!
In “Ferreri”, dedicato e ispirato a Marco Ferreri, l’improvvisazione di fisarmonica di Antonello Salis su un ipnotico groove in 6/4, è sostenuta e integrata da un collettivo di tutta la band da me diretta con la tecnica della “conduction” di Butch Morris.
Dopo che avevo scritto “Cannonball Answers”, che era però ancora senza titolo, mi domandavo a che cosa potessi associare questo brano, da quale radice venisse. Vedendo un video di una puntata di “Jazz Casual” del 1961, Cannonball Adderley parlava del blues, di quanto esso permeasse la musica che lui e la sua band facevano. Ecco il titolo: Cannonball Risponde.
I metri dispari mi sono sempre piaciuti. In “Easy 7” ho cercato di far sentire quanto possa essere semplice ed orecchiabile un brano in 7/4.
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