Prende forza l'ipotesi che il governo modifichi lo "scalone": si prevede un innalzamento dell'età pensionabile a 58 anni con 35 anni di contributi a partire dal 2008 mentre dal 2010 entrà in vigore una formula mista tra età e contribuzione (95-96 anni). Fino a questo momento la proposta è in via di elaborazione a Palazzo Chigi dove sono in corso riunioni tra Prodi, Padoa Schioppa e Damiano, ma già dalle prossime ore il tavolo si potrebbe allargare ai sindacati.
In merito a ciò, il presidente del Consiglio aveva affermato nei giorni scorsi, a margine del laboratorio Euromediterraneo, che questa sarebbe stata la settimana decisiva per raggiungere l'accordo sulle pensioni. Alla domanda se dall'accordo dipendesse anche la tenuta del governo Prodi non ha risposto limitandosi a ribadire che questa sarà la settimana decisiva per le pensioni, anche se non c'è dubbio che la questione sia determinante per gli equilibri interni alla maggioranza.
Intanto Draghi, Governatore della banca d'Italia, durante un'audizione in Senato, ha detto che, dato l'invecchiamento della popolazione italiana, la sfida del futuro sarà quella di innalzare gradulamente l'età pensionabile e sviluppare la previdenza complementare: secondo il Governatore ciò sarebbe indispensabile per assicurare stabilità ai conti pubblici ed ha aggiunto che secondo il suo punto di vista non esiste alcun "tesoretto" da spendere in materia previdenziale visto che questo dovrebbe esser utilizzato interamente per la riduzione del debito.
Davide Pinelli - DEApress
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