Il ministro del lavoro, Cesare Damiano, si trova oggi "tra la padella e la brace". La trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici vede un'inasprirsi della lotta, senza che si profilino possibili soluzioni. La posizione di Federmeccanica rimane inchiodata nel rifuto di ogni concessione. In cambio di un'aumento salariale di pochi spiccioli, assolutamente insufficienti alla pura sopravvivenza fisica degli operai, in tempi di aumenti dei prezzi dei beni di sussistenza, i "padroni del vapore" chiedono un'aumento del già bestiale (perdonatemi il termine) fardello di straordinari "obbligatori". Inoltre si pretende un'ulteriore aumento "de facto" dei giorni lavorativi agendo su permessi retribuiti e ferie.Nessuna concessione sostanziale nemmeno sul tema della stabilizzazione dei posti di lavoro. Tutto questo si aggiunge alla mancanza di qualunque ritegno nella conduzione delle trattative (rottura dei colloqui, minaccie di "atti unilaterali" etc.). I lavoratori, dopo aver concesso "oltre ogni limite", hanno perso la pazienza, e si sono resi protagonisti di nuovi blocchi stradali, hanno bloccato la stazione ferroviaria di Terni, hanno lanciato uova contro la sede di Assindustria a Genova, hanno scioperato spontaneamente in varie parti d'Italia. Il ministro ieri ha tentato un'incontro separato tra le parti, senza apprezzabili risultati. Vedremo come si evolveranno gli eventi.
Fabrizio Cucchi, DEApress
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