
Una crisi dovuta alla concorrenza spietata dei paesi asiatici dove i costi di produzione sono incredibilmente bassi.
Una crisi che rischia di far perdere il posto di lavoro agli operai della Electrolux-Zanussi di Scandicci.
450 tute blu a cui non resta che trattenere il fiato, pregare e aspettare domani mattina, quando il consiglio di amministrazione dell’azienda svedese si riunirà a Stoccolma per decidere il loro futuro, assieme a quello dei 1.700 operai dell’altra fabbrica italiana dell’Electrolux che si trova a Susegana, in provincia di Treviso.
Verrà valutato l’ultimo studio sull’andamento commerciale dei prodotti saranno prese decisioni in merito a possibili tagli.
Un’operazione analoga è stata svolta nel 2005, il risultato fu un accordo con i sindacati per la ristrutturazione dell’impianto di Scandicci e il ‘taglio’ di 170 dei 620 operai che vi erano impiegati al momento, grazie a prepensionamenti, incentivi volontari all’esodo e alcuni ricollocamenti. Un’operazione dura, con la quale però si pensava di poter mettere al sicuro la fabbrica e i suoi lavoratori per gli anni a venire.
Due anni dopo però la situazione è peggiorata e i sindacati esprimono la loro preoccupazione, l’azienda è sana e produttiva ma deve fare i conti con il calo degli ordinativi che continuano ad essere insufficienti per garantire la stabilità.
La crisi del ‘freddo’ aumenta la sua portata, vendite in calo e magazzini piani; l’azienda svedese deve fare di tutto per ridurre le perdite, purtroppo anche sulla pelle dei lavoratori.
Matteo Gazzarri -DEApress
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