foto di Silvana Grippi
Il Ministro dell'Interno Roberto Maroni ha dichiarato che
questo pomeriggio si terrà una riunione operativa al Viminale con i dirigenti
delle forze dell’ordine, per stabilire
le modalità di gestione dell’ordine pubblico
in merito alle occupazioni di scuole e università.
É questa la prima conseguenza dell’incontro di ieri tra il premier Berlusconi e il ministro
dell’Interno Maroni.
“Tutte falsità” ha dichiarato ieri il Premier in conferenza
stampa, “la sinistra strumentalizza la protesta. La verità è che in questi
giorni le aule sono piene di ragazzi che vogliono studiare ed io tutelerò
questo diritto. Non indietreggerò di un millimetro. Lo Stato deve garantire
l’ordine, se serve faremo intervenire la polizia”.
La strategia della tensione messa in pratica da Berlusconi
non ha attenuato i toni della protesta. Ieri a Milano un corteo ha attraversato
la zona dei Navigli e del Conservatorio. A Roma, invece, gli studenti della
Sapienza hanno occupato la Facoltà di Economia. Occupati anche alcuni Licei storici
della capitale, come il classico Tasso o il periferico scientifico Malpighi.
Anche i rettori
degli atenei hanno manifestato
il dissenso e la delusione per le dichiarazioni del Presidente del
Consiglio, invitando il Governo a non
assumere "atteggiamenti muscolari nei confronti dell'Università". Il
rettore di Padova, Vincenzo Milanesi ha aggiunto: "Dia invece segnali di
disponibilità al dialogo per andare tutti insieme a parlare di cose concrete
che possono ricondurre le ragioni della protesta a un ragionamento".
Intanto il ministro dell'Istruzione insiste nel pensare che i manifestanti abbiano le idee confuse visto che - sostiene - "contestano un decreto che parla di scuola e non di università". Ma i manifestanti puntano l'indice su altro: il taglio delle risorse, l'ipotesi di trasformare le università in fondazioni, il blocco del turn over.
E in chiusura di giornata arrivano le parole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che risponde alla lettera consegnatagli ieri dagli studenti de La Sapienza. Ribadisce che sul contestato decreto Gelmini decide il Parlamento. Auspica che sui temi dell'istruzione "non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione" e invita tutti, istituzioni e forze sociali, al dialogo.
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