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La storia di Ingrid Betancourt

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Nella foto: Ingrid Betancourt - fonte google 

Ingrid Betancourt ex candidata presidenziale colombiana da sei lunghi anni nelle mani della Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) starebbe per morire di epatite B, è quanto riferiscono fonti governative. In queste ultime ore all’appello lanciato dai suoi simpatizzanti per giungere alla sua liberazione si unisce il commento fermo del Presidente francese Sarkozy: “Sono pronto ad andare personalmente alla frontiera tra Venezuela e Colombia per cercarla”.

Chi è Ingrid?


Figlia di un ex ministro dell'educazione e di una ex senatrice, ha vissuto all'estero la maggior parte della propria vita, soprattutto in Francia, dove ha studiato presso l'Institut d'études politiques di Parigi. Militante nella difesa dei diritti umani, ha fondato il partito di centro-sinistra "Partido Verde Oxígeno".
Nella sua prima campagna elettorale distribuisce preservativi presentando la sua candidatura come un "preservativo contro la corruzione". Il collegio sud di Bogotá la elegge, anche grazie all'aiuto della madre, ancora ben conosciuta nei quartieri, che la aiuta nella campagna elettorale. Viene eletta nella Camera di Rappresentanti nel 1994. Durante il suo mandato critica l'amministrazione Samper, accusato di corruzione e di aver accettato denaro riciclato dai narcotrafficanti durante la propria campagna elettorale.
Si candida senatrice alle elezioni del 1998 e in quella tornata elettorale raccoglie un numero di voti di preferenza superiore a ogni altro candidato. Riceve minacce di morte. Quello stesso anno le elezioni presidenziali vengono vinte da Andrés Pastrana Arango, che ha anche il sostegno della Betancourt.
Successivamente lei accuserà Arango di non aver mantenuto molte delle promesse fatte per ottenerne l'appoggio. Dopo le elezioni del 1998 Ingrid scrisse un libro di memorie. Non potè essere pubblicato immediatamente in Colombia, uscì dapprima in Francia con il titolo di La rage au cœur ("La rabbia nel cuore") e successivamente in Spagna, in Colombia e nel mondo latino-americano con il titolo La rabia en el corazón e, nel 2002, in inglese col titolo Until Death Do Us Part ("Finché morte non ci separi") mentre in Italia, nello stesso anno venne pubblicato da Sonzogno, col titolo Forse mi uccideranno domani.
Come parte della sua campagna elettorale del 2002 (le elezioni vinte da Álvaro Uribe Vélez), Ingrid volle andare nella zona smilitarizzata di San Vicente del Caguán per incontrarsi con le FARC. Questa decisione non era insolita all'epoca, molti sono stati i personaggi pubblici che hanno approfittato dell'esistenza della zona smilitarizzata - creata da Pastrana per soddisfare una pre-condizione posta dalle FARC a qualsiasi negoziato - per incontrarsi con esponenti delle FARC.
Tuttavia, a tre anni di distanza dalla creazione della zona smilitarizzata e dall'avvio delle trattative, i colloqui di pace tra FARC e governo giunsero a uno stallo. Sin dall'inizio le FARC si rifiutarono di concedere una tregua durante i negoziati stessi, né vollero concedere ispezioni da parte di rappresentanti della comunità internazionale. Secondo i critici della scelta di Pastrana, la zona smilitarizzata si è trasformata in un'area sicura per le FARC, che vi hanno imposto la loro visione sociale rivoluzionaria comunista.
Nel febbraio 2002 un aereo in volo da Florencia a Bogotá (circa 1000 Km) fu dirottato da membri delle FARC e costretto ad atterrare vicino alla cittadina di Neiva, molti dei passeggeri furono sequestrati, tra cui un membro del Congresso. In conseguenza di ciò, Pastrana annullò le trattative con le FARC e revocò la zona smilitarizzata, accusando le FARC di avere rotto i termini del negoziato e di aver approfittato della zona smilitarizzata per crescere in forza mililtare e organizzazione logistica.
Nel 2002 la Betancourt era candidata alle elezioni presidenziali della Colombia e insieme ad un altro candidato, voleva visitare la zona smilitarizzata nonostante l'interruzione delle trattative e chiese di esservi portata da un aereo militare. Il presidente Pastrana e altri ufficiali rifiutarono la sua richiesta, sostenendo che né il governo né l'esercito colombiano avrebbero potuto garantire la loro sicurezza durante le operazioni militari tese a riprendere il controllo della zona.
Inoltre il suo essere candidata era d'ostacolo; soddisfare la sua richiesta avrebbe anche significato che il governo in carica impiegava risorse per sostenere l'interesse politico privato dei due candidati.
Vistasi negare il supporto governativo, Ingrid Betancourt decise di recarsi nella zona smilitarizzata via terra, insieme alla sua candidata-vice Clara Rojas e a un gruppo di persone del suo staff.
Il 23 febbraio 2002 fu fermata dall'ultimo posto di blocco militare prima di entrare nell'ex zona smilitarizzata. Gli ufficiali insistettero per convincere il gruppo a non proseguire fino a San Vicente del Caguan, il paese usato come base degli incontri durante le trattative. Il gruppo proseguì il viaggio e la Betancourt venne trattenuta da uomini delle FARC che la tennero in ostaggio. Nelle prime trattative, le FARC chiesero la formalizzazione di uno scambio di prigionieri: 60 ostaggi politici contro la liberazione di 500 uomini delle FARC detenuti nelle carceri colombiane.
Inizialmente l'amministrazione del neo-eletto presidente Uribe escluse ogni trattativa in assenza di un cessate-il-fuoco preventivo e spinse per un'azione di salvataggio basata sulla forza, ma i parenti di Ingrid e di molti altri ostaggi - tenuto anche conto dell'inaccessibilità delle regioni montane e forestali dove gli ostaggi sono trattenuti - respinsero decisamente questa opzione temendone un esito infausto, simile all'episodio del sequestro del governatore del dipartimento di Antioquia, Guillermo Gaviria Correo, che le FARC uccisero non appena consapevoli della presenza dell'esercito nella loro zona.
In un'intervista con il giornale francese L'Humanité del giugno 2006, Raul Reyes, un leader delle FARC ebbe a dichiarare la Betancourt "sta bene, nei limiti della situazione in cui si trova. Non è facile essere privati della propria libertà". Nello stesso anno Francesco Guccini le dedica una canzone: La Giungla.
Nel maggio 2007 un poliziotto sequestrato, John Frank Pinchao, è riuscito a fuggire dalla prigionia e ha dichiarato di essere stato detenuto nello stesso campo di prigionia della Betancourt. Ha inoltre visto Clara Rojas, che durante la prigionia ha dato alla luce un figlio, Emmanuel.
 
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Ultimo aggiornamento ( Venerdì 29 Febbraio 2008 11:47 )  

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