Giovedì 8 marzo, presso la sede di piazza San Marco dell’Università di Firenze, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del convegno internazionale “INTELLIGENZA EMOTIVA: modelli teorici e prassi operative nei luoghi di lavoro e nelle scuole” che si terrà il 9 marzo a Firenze e il 10 marzo ad Alba.
“Educare allo stato d’animo per prevenire problemi sociali e comportamentali”. È questa l’idea che sta alla base della ventennale ricerca portata avanti da un’equipe internazionale di ricercatori che coinvolge la prestigiosa Università di Yale, l’Università di Firenze e quella di Malaga. La collaborazione che si è venuta a instaurare tra Yale e la nostra Università è dovuta alla dottoressa Laura Artusio, laureata in psicologia presso l’Università di Firenze, che dal 2009 svolge un dottorato di ricerca presso l’Università americana.
Lo studio ha portato a una revisione del concetto di “emozione”, non più vista come un qualcosa da controllare o da cui difendersi ma piuttosto come un’energia da canalizzare e da sfruttare: le nostre emozioni ci forniscono informazioni utili e motivano i nostri comportamenti, la difficoltà sta nel saper utilizzare questa potenzialià (“si è davvero intelligenti solo se in grado di integrare le emozioni nel pensiero”).
I ricercatori presenti alla conferenza (il rettore di Yale Peter Salovey, David Caruso, Mark Brackett, Linke Lance e Pablo Berrocal) hanno sottolineato il risvolto pratico dei loro studi, argomento che sarà materia di approfondimento nel corso del convegno: i diversi modelli teorici che sono stati costruiti hanno trovato attuazione in particolare nella scuola e nel lavoro.
L’ambito scolastico prevede l’applicazione del metodo RULER che mira a fornire a dirigenti insegnanti e alunni un’educazione emotiva attraverso l’insegnamento di 5 abilità chiave: il RICONOSCIMENTO delle emozioni nelle espressioni facciali e negli indizi vocali e del corpo, la COMPRENSIONE delle cause, la CLASSIFICAZIONE dell’intera gamma di emozioni, l’ESPRESSIONE delle emozioni in maniera appropriata nei differenti contesti e la REGOLAZIONE delle emozioni per promuovere relazioni sane.
Un esempio pratico? L’insegnante deve caricare di un effettivo significato la semplice domanda “Come stai?”, istruendo i propri alunni a rispondere in modo appropriato e calibrando poi la lezione a seconda delle risposte. È evidente che questo tipo di programma richiede un percorso formativo riservato prima di tutto agli educatori, in modo da renderli in grado di percepire i reali sentimenti dei ragazzi.
Per adesso il metodo è stato applicato in centinaia di scuole americane con ottimi risultati: si è registrato un aumento della capacità di studio, un miglioramento dei risultati scolastici, una diminuzione dell’ansia e dei fenomeni di bullismo.
La prima applicazione di questo metodo al di fuori dei confini statunitensi potrebbe spettare, dal 2013, proprio alla città di Firenze, in particolare all’Istituto Comprensivo “Le Cure".