"Non tradurre. leggilo in farsi".
Eravamo di fronte alla tomba di Hafez e come molti iraniani che vanno a rendere omaggio al sommo poeta, di fronte alla sua tomba, Adileh mi ha recitato uno dei suoi poemi preferiti. Per dovere di ospitalita' me lo voleva tradurre in inglese ma ho preferito assaporare la bellezza delle sua lirica esclusivamente attraverso la dolcezza della lingua originale. Tradurlo in inglese non avrebbe avuto senso perche' comunque non e' la mia madre lingua.
In ogni casa iraniana il "Divan" di Hafez fa concorrenza al Corano. Ogni iraniano puo' citarti versi dei suoi poemi in ogni momento. Quando mi trovavo a Bam, Mr. Akbar, il proprietario della guesthouse dove alloggiavo e' riuscito a rendermi accettabile la spartana e decisamente poco pulita sistemazione, recitando tra un te' e l'altro, i versi di Hafez.
Al ristorante, i versi dei suoi poemi te li stampano sullo scontrino.
La tomba di Hafez e' il primo luogo dove mi hanno portata Mahsa e Adileh, due stupende ragazze di Shiraz che avevo conosciuto a Kashan e che mi avevano invitato a chiamarle una volta che sarei arrivata in questa citta'. Cosa che puntualmente ho fatto.
Il "Divan" viene usato anche come libro per la divinazione: si apre a caso e nel poema che uno legge, si trovera' la risposta alla domanda che ci si e' posti.
Le mie guide d'eccellenza mi hanno condotta tra i bellissimi giardini di Shiraz che hanno reso famosa questa citta' per la sua raffinatezza. Mi hanno inoltre portata a vistare le due aree archeologiche di Naqsh-e Rostam e Pasargade che avevo omesso di visitare il giorno che mi sono recata da sola a Persepolis. Ovviamente per me e' stata l'ennesima occasione per stare insieme a delle giovani iraniane che mi hanno dato l'opportunita' di conoscere sempre di piu' questo popolo.
Stamattina quando sono venute a prendermi in albergo non mi hanno dato nemmeno il tempo di fare colazione. Poi ho capito perche'.
Adileh aveva portato l'"agh sabzi", uno stufato di verdure e carne, specialita' di Shiraz che si mangia a colazione.Quindi, poco prima di intraprendere il lungo viaggio per Pasargade ci siamo fermate in un piccolo giardino ai margini della strada e dopo aver steso il tappeto per terra abbiamo iniziato a gustare la nostra robusta colazione.
Ovviamente durante tutta la giornata le ho subissate di domande alle quali hanno sempre volentieri risposto rendendo la mia conoscenza di questo Paese sempre piu' sconvolgente,interessante e affascinante.
Ci siamo lasciate con la promessa di vederci ancora: le ho implorate, come ho fatto con Nooshin di venire a Firenze. Ed anche loro come Nooshin mi hanno detto "Sarebbe bellissimo. Ma per le ragazze non sposate e' molto difficile viaggiare da sole". "Lo so" gli ho risposto. Ma io voglio illudermi. E continuo a sognare di rivederle a Firenze.
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