E' di ieri la notizia della sentenza della grand jury statunitense, una giuria composta da cittadini estratti a sorte che ha il compito di esaminare le prove e stabilire se siano sufficienti a formulare un capo d’accusa, che incrimina l'ex produttore cinematografico Harvey Weinstein, accusato da diverse donne negli scorsi mesi di stupro e altri abusi sessuali.
II caso del mogul è diventato l'emblema di quel triste filone di scandali sessuali, accuse diviolenze e molestie, dibattiti e processi mediatici che ha travolto il mondo di Hollywood coinvolgendo diverse stelle del cinema e addetti ai lavori.
Lungi da me, per l'appunto, fare processi mediatici e sentenziare sui fatti specifici. Per quello, come si è visto, ci sono organi e sedi apposite. L'unica sentenza che conta, per quanto mi riguarda, è che chiunque sia colpevole di atti di violenza, molestie, disrispetto vada necessariamente punito.
E' interessante però analizzare le reazioni di media e pubblico alla vicenda. Le due opinioni predominanti, ho riscontrato, sono quelle di chi sostiene che si tratti di una svolta epoocale, di un colpo netto al sessismo, di un nuovo, grande passo verso la tutela femminile, e chi invece pensa che sia solo un grande specchio per allodole. Vicende strumentalizzate sull'altare del moralismo e del politically correct che provocheranno un cambiamentp, citando il Gattopardo, al fine di non cambiare nulla.
Personalmente, mi trovo in una sorta di limbo tra le due. Se da un lato fidarsi di Hollywood, luogo dove notoriamente gli scheletri escono dall'armadio solo se hanno uno scopo e un proposito, che quasi sempre coincide con soldi, denaro e potere, viene oggettivamente difficile, e porsi domande sulla fuga di notiziie e le incriminazioni sia lecita, dall'altro lato la lotta alla violenza, il cambiamento, e il fermare quel tipo di disgustosi comportamenti da qualche parte devono necessariamente partire. In questo senso, il messaggio che lascia questa vicenda, che non importa chi tu sia, quanto soldi abbia, dove lavori, violenza e molestie non possano essere tollerate e scusate per nessun motivo e in nessun modo, non può che essere positivo, e deve necessariamente essere incentivato e condiviso.
Non dev'essere un punto di arrivo , però. Non deve dare l'illusione di avere eliminato il problema facendosi accecare dalla grandezza dei nomi o dal bombardamento mediatico. Il problema c'è, esiste, va combattuto, e non si limita ai nomi che sono usciti. Ancora tanti sono nascosti. Forse, e questo sarà chi di competenza a deciderlo, colpevoli di cose anche più gravi di quelli che sono stati accusati.
Passi avanti sono stati fatti, molti altri devono ancora essere fatti. E per farlo, è necessario il contributo di tutti. Delle vittime, perchè non abbiano più paura di parlare e denunciare, della società, perchè non smetta mai di sensibilizzare e condannare i comportamenti molesti, della giustizia, perchè sappia valutare e giudicare nel modo corretto
https://www.ilpost.it/2018/05/31/harvey-weinstein-incriminato-stupro/
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