Il voto di Vienna ha dato la sua preferenza a destra. Una scelta che si allontanna dal pensiero europeo avvicinandosi allo scettiscismo di chi dispone una chiusura mentale di fronte al progetto di una Europa globalizzata.
Certo se per "Europa globalizzata" si continuano a preferire i privilegi monetari, un capitalismo arrogante e insensibile, un distacco dalle problematiche sociali, il nazionalismo all'iinternazionalismo, continuiamo a restare chiusi nei propri gusci estesi ad una esterofobia che in realtà rivela come la tanto declamata unità europea sia ancora frastagliata dalle differenze di ogni singolo paese; la conclusiione non può che essere mantenere i proprio indipendentismo.
Siamo, quindi, pronti per una unità europea? Personalmente riitengo che abbiamo ancora molta strada da fare per arrivare ad avere una risposta affermativa. Le guerre intestine che ancora oggi si presentano sparse per il mondo restano a testimoniare un antagonismo ed un conflitto che difficilmente si vuol risolvere con la ragionevolezza e la diplomazia.
L'unità dei Paesi deve prima arrivare con l'unità dei popoli e questa non la si stabilisce con gli egoismi dei tornaconti.
Riccardo Fratini / Deapress.
Share |
< Prec. | Succ. > |
---|