"Sta per piovere" è un film di impegno sociale che affronta il problema della difficile acquisizione della cittadinanza come conseguenza di nascita ("Ius soli" in latino "diritto di suolo") e mette in discussione la perdita del diritto di cittadinanza per coloro che nati in Italia non sono ancora riconosciuti come italiani, qualunque cittadinanza abbiano i genitori. Un dramma familiare in cui il protagonista indifeso presenta a noi spettatori l'inquietudine di sentirsi straniero in casa propria per diritto di nascita.
Said è il nome del protagonista, un ragazzo di 26 anni, studente/lavoratore, un personaggio forte e delicato. La famiglia è unita, lui e il fratello sono a carico del padre di nazionalità algerina che all'improvviso perde il lavoro. La trama è semplice e riesce ad attirare la nostra attenzione sui personaggi della famiglia che affrontano la situazione in maniera differente. E ancora, una dicotomia tra realtà sociale e legge che vanno a scontrarsi con le nuove problematiche della crisi del lavoro.
Said che corre verso la città, Said che con la sua bicicletta attravesa una città fredda e dove "forse sta per piovere". I guai arrivano sempre quando meno ce li aspettiamo. Una corsa continua verso il tempo e la fine di un incubo. Un realismo che si diversifica dal neorealismo fine novecento ma che apostrofa la forza di volontà e la lotta verso il raggiungimento di una soluzione. Pensiero e azione si sovrappongono e il giovane attore esprime in pieno ambedue. I dialoghi a volte sembrano retorici, ma forse voluti per sottolineare la difficoltà di espressione.
Il giovane regista Haider Rashid è riuscito sapientemente a mescolare gli ingredienti giusti e addirittura far sentire a disagio lo spettatore che non ha mai pensato alla sofferenza dovuta dalla mancanza di cittadinanza.
Haider, figlio di un irakeno e di una italiana, è nato a Firenze che è una città multietnica e forse ha sentito questo problema più di tanti altri per questo lo ha reso un piccolo capolavoro misto di sentimenti e consapevolezza. Una storia che, forse, non è stata sua ma che gli appartiene. Egli ci racconta che il film è stato fatto con passione, collaborazione e soprattutto in economia.
Bravi tutto il cast di attori e in partiocolare Lorenzo Baglioni e Giulia Rupi.
Un film vero e partecipato, un film di vita quotidiana. Aggiungerei un film con una storia vicina a tutti noi, un documento di denucia e anche un problema politico, urgente, grave e sottovalutato.
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