Walter Perri
“Dottor Perri & Mister Singer”
Walter Perri mi conduce ad un ascolto che sembra in bilico nel tempo, echi di tantissime cose che ho amato e che inevitabilmente finiscono poi per farmi restare entusiasta di questo suo nuovo piccolo viaggio. Le cito così un poco alla rinfusa: da Ivan Graziani (con quel certo canto sottile e sgusciante nelle chiuse) a Fissati (con quel certo potere evocativo nelle strofe). Ma citerei anche Alberto Fortis con quelle sue spigolose scritture o Luciano Ceri e una certa scuola romana. Insomma: "Dottor Perri & Mister Singer" è per Walter Perri un ritorno, per me un ritorno anche a certe origini, per molti aspetti una evoluzione per come l’antico pop d’autore italiano veste panni moderni. E tutto comincia con “Domani non è” e subito le orchestrazioni, le ritmiche, subito quel certo gusto per le parole. E dentro “Lascia che il vento” non vi viene in mente un certo Alan Sorrenti? E allora il plauso per la produzione artistica a firma di Edoardo Romano presso lo Wall of Sound Studio di Milano. E non è per caso vero che nel suono che sento ritroviamo anche Venditti dell’era moderna (erano gli anni ’90) quando suona la chiusa “Non sono le parole”? E poi questa voce che qui un poco si staglia dalle abitudini dei precedenti 3 brani, con un’antichità se volete ancora maggiore, con uno schiaffo di coerenza al suono che paradossalmente qui si fa un poco più moderno. Insomma: Walter Perri sfida le norme, la modernità, sfida il tempo e i costumi. E fa qualcosa di assolutamente pop, quotidiano, bello come un tratto di matita di maestro. Certo: nel tempo di oggi non troverà un facile dialogo con chi ormai non è capace di ascoltare qualcosa che non sia “normalizzato”.