Recensione - “IL SERPENTE MAIUSCOLO“ di PIERRE LEMAITRE
Rubrica di Edoardo Todaro
TRAMA
Mathilde Perrin ha sessantatré anni, è vedova e abita con il suo dalmata in una villetta a Melun, non lontano da Parigi. Nessuno mai sospetterebbe che dietro quella donna elegante, curata e un po' sovrappeso si nasconda un sicario. Implacabile, precisa, addestrata fin dalla prima giovinezza, Mathilde non sbaglia un colpo e porta a termine a sangue freddo tutti i compiti che il comandante – suo superiore ai tempi della Resistenza – le affida. "Mathilde non ha mai sprecato una pallottola, solo lavori puliti e senza sbavature. Stasera è stata un'eccezione. Un capriccio. Avrebbe potuto colpire da più lontano, fare meno danni e sparare un proiettile solo, certo". Sì, perché in effetti da qualche tempo qualcosa non va. Mathilde si lascia un po' andare a certe crudeltà gratuite per "abbellire" le sue missioni. E inizia davvero a perdere la testa: dimentica di disfarsi dell'arma, sbaglia bersaglio, è convinta che il suo vicino di casa abbia decapitato il suo cane... L'ispettore Vassiliev intanto sta indagando sui suoi omicidi, ha "la testa piena di serpenti" e deve individuare al più presto il serpente maiuscolo, il misterioso assassino che colpisce con ferocia e senza una logica apparente. In questo gustoso e cattivissimo gioco al massacro in puro stile Tarantino, Pierre Lemaitre dà il meglio di sé con il suo spirito caustico, brillante e impietoso. Scritto nel 1985 e inedito, "Il serpente maiuscolo" è il suo primo noir e, nelle sue intenzioni, l'ultimo che pubblicherà e con il quale desidera dare l'addio al genere.
RECENSIONE a cura di Edoardo Todaro
Quando meno te l’aspetti, ecco arrivare la sorpresa. Sì perché un manoscritto che resta chiuso in un cassetto ed il suo autore decide di farlo conoscere non può che essere una piacevole sorpresa. 37 anni dopo essere stato scritto, Lemaitre ha deciso che i tempi sono maturi affinchè “ Il serpente maiuscolo “ possa prendere la forma cartacea di romanzo. 37 anni non sono pochi e qualcuno, a ragione, poteva pensare che per vari motivi, uno su tutti certe descrizioni valide quando fu pensato e scritto non sono più attuali. Invece delle due, una. Lemaitre aveva di fronte a sé due possibilità: riprendere il manoscritto e darlo alle stampe, nella versione originaria; oppure riscriverlo e/o modificarlo. La scelta, per nostra fortuna, è caduta sulla prima. Tra l’altro leggendo “ Il serpente maiuscolo “ ci troviamo ad avere a che fare con una sorta di epilogo del percorso che Lemaitre ha intrapreso. Un autore che è apprezzato per le sue qualità di scrittore,la letteratura francese contemporanea è legata a Lemaitre ed ai suoi libri dai noir, Irene, Alex, Camille ….. ai romanzi con tanto di riconoscimenti. Epilogo perché a detta di Lemaitre, con queste 243 pagine il suo contributo allo sviluppo del noir termina. Non termina, per fortuna,quanto di utile sta scrivendo al di là del genere per cui molti lo conoscono. Si potrebbe definire “ Il serpente maiuscolo “ come un romanzo su il passare del tempo ed i segni che lascia visto che i protagonisti sono indiscutibilmente anziani con vari acciacchi, con fissazioni ecc …. Se gli anziani sono i protagonisti, parte non irrilevante del romanzo è quella che riveste l’appartenente alla polizia giudiziaria, un soggetto anomalo se consideriamo tanti suoi simili. Non gli piace mangiare e va avanti con scatolette, comportamento giudicato antisociale ed addirittura antipatriottico. Fa da sfondo la figura del grande imprenditore che traffica tra lavori pubblici ed affari energetici; la resistenza e la lotta di liberazione dal nazismo che fanno conoscere Mathilde ed il suo sangue freddo nell’eseguire quanto le viene affidato. Mathilde che dalla resistenza approda ad essere un sicario insospettabile e soprattutto professionalmente ineccepibile nel saper pedinare, nel cercare il momento giusto. Mathilde non solo è un sicario capace di portare a buon fine i compiti che le vengono affidati, ma di fatto è una dipendente dall’omicidio, vive l’aver un nuovo incarico come ossigeno per andare avanti nella propria quotidianità. Due colpi, uno ai genitali ed uno per finire ….. questa modalità rende Mathilde del tutto particolare rispetto ai serial killer, e quanti ne ammazza così.63 anni, vedova, cavaliere all’ordine arti e lettere, medaglia d’oro della resistenza: più insospettabile di così. Ma quando comincia a perdere colpi, nascono i problemi con la sua ditta, il reparto forniture, la direzione risorse umane. Ed il titolo cosa c’entra con tutto questo? C’entra e se leggerete “ Il serpente maiuscolo “ ne avrete conferma. Mi stavo per dimenticare un particolare che ci lega ai 37 anni trascorsi: le cabine telefoniche, oggi pressoché scomparse ed invece elemento fondamentale per la trama del libro e per tanti avvenimenti che sono accaduti nel secolo scorso. E comunque, a proposito di sorprese chissà che in futuro Lemaitre non ritorni sul suo intendimento ….
DETTAGLI: Pagine 243 - Genere Noir - Editore: Mondadori
Share |
< Prec. | Succ. > |
---|