In Italia l'età pensionabile è di 67 anni (di cui 20 di contributi) o di 71 anni con almeno 5 anni di contributi (1). L'ideologia "giovanilistica" (chiaro retaggio fascista: basti citare il titolo della famigerata canzone: "Giovinezza"), ha prodotto l'assoluta idiozia per cui, sebbene la maggior parte della popolazione continui inesorabilmente a essere biologicamente "vecchia" (quindi in menopausa o in andropausa) intorno ai 50 anni, con conseguente degenerazione fisica, acciacchi invalidanti e declino "totale", è ancora costretta ad affrontare un'altra ventina d'anni di lavoro (perlopiù manuale e "usurante" visto che per la borghesia nazionale lo schiavo salariato rimane sempre più economico da comprare rispetto a qualunque macchinario).
Questa assurdità si auto-giustifica con la disastrosa abitudine di prendere dalle tasche dei lavoratori stessi i soldi per mantenere i pensionati, invece di prenderli (come sarebbe ovvio) dal pozzo senza fondo dei sempre maggiori profitti delle grandi imprese, costituiti (è bene ricordarlo) solo grazie alla schiavitù dei lavoratori "ormai sfruttati fino alla fine". Meno lavoratori, quindi, con il sistema attuale significa meno soldi per i pensionati. Quindi -con il sistema attuale- il numero degli schiavi salariati deve rimanere sempre lo stesso, per permettere la sopravvivenza fisica di una vasta percentuale della popolazione. E se gli schiavi non si riproducono, deve aumentare il loro tempo di sfruttamento. Così è chiaro che "non cambierà mai nulla". E' un tipico esempio di sistema "che giustifica sé stesso" per autoconservarsi.
(Peggio ancora. Il pianeta è già sovrappopolato. Così facendo il problema della sovrappopolazione diventa irrisolvibile).
Non parliamo qui della vera e propria rivoluzione che sarebbe rendere "la carne umana" quantomeno più cara della macchina. Se ciò venisse applicato, il rischio sarebbe quello di far venir meno la venerata e difesa tradizione che vuole la borghesia italiana come "la più retrograda e ignorante d'Europa".
I famosi "cugini d'Oltralpe" in genere tendono ad essere "un passo indietro" a noialtri sulla strada delle peggiori bestialità. Ma il programma del presidente francese Emmanuel Macron è quello di "tenere il passo" con la barbarie che ormai imperversa in tutta Europa. Già prima della sua rielezione (poco meno di un anno fa), sebbene costui abbia tentato in un primo momento e in minima parte di smarcarsi dall'ala più bellicista dell'Unione Europea (in fondo cosa ci guadagna la Francia dalla guerra in Ucraina?), poi "è corso dietro" agli inevitabili interessi degli sciacalletti (leggasi commercianti e fabbricanti di armi) che vogliono la guerra "senza se e senza ma". Un vecchio proverbio regola le condotte di tutte le borghesie europee (inclusi gli oligarchi russi) verso ogni nuova guerra: "piatto ricco, mi ci ficco".
Sulla "crisi energetica", la "ricetta Macron" è stata "più che italiana". Sei nuove centrali nucleari (2), nonostante che quelle esistenti si siano dimostrate incapaci di essere una soluzione al fabbisogno energetico del paese (3). Neppure la nostra Confindustria sarebbe riusciuta a proporre una tale assurdità.
Ma è stata la proposta di innalzare l'età pensionabile da 62 a 64 anni, la misura che ha fatto "colmare la misura" della pazienza dei francesi. In effetti, la logica con cui si chieda un nuovo sacrificio alla classe lavoratrice, proprio mentre essa deve sopportare il peso di una nuova guerra, è "particolarmente italiana", e non francese. Scioperi e manifestazioni si sono susseguiti per due mesi, la spazzatura non raccolta dagli spazzini ha raggiunto vette "mai viste" a Parigi, e proprio quando si era alla vigilia del voto in parlamento (che avrebbe magari rivestito la nuova stupidaggine con la foglia di fico della sovranità popolare) Macron ha scelto la linea delle imposizioni dall'alto (4). Subito, è stato applaudito dall'ala più violenta dei pasdaran del "libero mercato" in Europa (5), chiaro segno della mancanza di ogni razionalità nel suo operato.
E' difficile prevedere cosa succederà adesso. La polizia francese ha già dimostrato di voler reprimere nel sangue ogni dissenso(6). Il clima di guerra non aiuta la ricerca di una soluzione "incruenta". Da un lato, appare difficile che il diktat di Macron possa rendere popolare una riforma che vede il 70% dei francesi contrari, dall'altro ci si può chiedere se, altre proteste possino durare o se il perdurare delle manifestazioni di sdegno popolare finiscano per erodere le forze di chi protesta. In un caso o nell'altro, è certo che le ripercussioni dei futuri avvenimenti in Francia si sentiranno anche da noi.
Andremo verso il lavoro coatto dei vivacissimi centenari ? Oppure è finalmente venuto il momento di riconsiderare le tante bestialità su cui si regge anche la nostra repubblica?
Fabrizio Cucchi /DEApress
(1) fonte: https://www.fiscoetasse.com/approfondimenti/12731-eta-e-requisiti-per-andare-in-pensione-2023.html
(2)https://www.agi.it/estero/news/2022-03-17/promesse-macron-elezioni-francia-16037346/
(3)https://europa.today.it/attualita/tradita-nucleare-francia-tagliare-elettricita.html
(4)https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/pmi/2023/03/16/ansa/-macron-scavalca-il-parlamento-caos-sulle-pensioni_0dc2a0a2-3b1b-4992-8a34-3e242d02c4a0.html
(5)https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/pmi/2023/03/17/ocse-con-macron-su-riforma-pensioni-era-cosa-giusta-da-fare_1b5af315-d808-4511-9202-eefdc81895e1.html
(6) https://www.ultimavoce.it/scioperi-in-francia-lo-stato-risponde-con-la-violenza/
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