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Il Sahara occidentale

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"La parola Sahara", femminile di ashar", significava in origine "fulvo" o "rossastro", poi questo termine ha preso il senso di "pianura non coltivata" ed infine quello di "deserto" . Dal XIV secolo si chiama "Sahara" la grande zona di terre aride che si estende dal Nilo fino all'Oceano Atlantico". (A. Bernard, Afrique septentrionslr et <occidentalLes conditions du Sahara in Gèografie Unverselle, Paris 1939, tome XI p.37)

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Il Sahara ha una notevole estensione, qui di seguito tratteremo dell'ex Sahara occidentale spagnolo, cioè quella parte di deserto e di sahel, vasta superficie a sud del Sahara, in continua desertificazione a causa di mutamenti naturali, che si estende come area dall'Africa centrale a clima tropicale umido fino all'Africa occidentale.

Il Sahara occidentale è situato all'estremità ovest dell'Africa Settentrionale, compreso tra il Marocco, l'Algeria, la Mauritania e l'Oceano Atlantico. I confini sono del tutto artificiosi, sanciti, su decisioni diplomatiche europee, dalla Conferenza di Berlino (15 novembre 1884 - 26 febbraio 1885), riunitasi per esaminare la situazione internazionale creatasi in seguito alle dinamiche espansionistiche relative a tutto il continente africano, nel quadro delle spartizioni dell'Africa. Tali demarcazioni politiche vennero tracciate secondo l'andamento di paralleli e meridiani, senza essere giustificate da una qualche diversificazione del territorio e dopo lunghe tratttive fra la Spagna e la Francia che occupavano tutti i territori confinanti .
Dopo una serie di "accordi" conclusi nel 1912, attraverso le Convenzioni di Parigi (1903-1904) e di Madrid (1912), i confini vennero accettati tali e quali erano stati ereditati e definiti a tavolino dalle potenze coloniali. In questo "Atto Generale" furono così fiormulati i sette capitoli della Convenzione - una specie di carta coloniale destinata, da un lato, a regolare i rappporti delle grandi potenze sul piano giuridico internazione e  dall'altro, 
stabilire gli obblighi ai quali le nazioni coloniali avrebbero dovuto sottostare nei rapporti con i loro territori dipendenti; di conseguenza, al tempo della loro definizione, questi limiti convenzionali non trovarono corrispondenza nella vita delle genti nomadi che attraversano quei percorsi. Dunque, le sollecitazioni esterne sopraggiunte riuscirono a far nascere ciò che anteriormente era completamente assente nel Sahara, ossia una "coscienza territoriale".

Le prime notizie storiche precise sul Sahara Occidentale provengono dalle relazioni di viaggio dei portoghesi che nel 1434 andarono oltre Ca' Bojador e dai coloni spagnoli che si insediarono dal 1476 in poi, lungo la costa per commerciare, percorrendo il tratto da Capo Bojador a Capo Bianco, e dai naufraghi che vennero fatti prigionieri dagli abitanti locali. 
In seguito gli spagnoli, stabilendosi sulla costa, denominarono tutta la regione circostante "Rio de Oro" alias "Riviera d'Oro", così chiamata doipo che i portoghesi, nel 1442, per primi, vi avevano trovato un po' di polvere aurea, credendo così di essere giunti alla foce di un fiume (rio). Solo nel 1885 il governo spagnolo assunse effettivamente il protettorato definendola provincia. Quindi, prese possesso di altre due zone: Ifni e Saguia el Hamra. Mentre nel 1904 venne ritagliata l'"enclave di Ifni", che seguirà una storia a parte; nel 1924 la Saguia el Hamra divenne la seconda provincia, e tutto il territorio fu chiamato "Sahara occidentale spagnolo".

Prima della colonizzazione europea il Sahara Occidentale era molto esteso, abitato da nomadi e seminomadi, per lo più pastori, detti Sahrawi, che in arabio significa "abitanti del deserto". I Sahrawi vivevano riuniti in Kabile: Teckna, Reguibat, Ouled Delim e altre con loro sottoclassi che si spostavano - a seconda delle stagioni - senza alcuna cognizione dei limiti territoriali imposti dalle frontiere, lungo percorsi antichi segnati dai pozzi d'acqua indispensabili per poter sopravvivere nel deserto. Si muovevano primcipalmente lungo una stretta fascia costiera in cui le condizioni ambientali, rispetto alla parte interna, erano miglioiri. Avevano forme proprie di organizzazione sociale ed erano strutturati in "clan" che si confederavano tra loro unicamente per motivi particolari, ad esempio la difesa collettiva, la distribuzione dell'acqua, la suddivisione delle aree per il pascolo, la coltivazione momentanea facilitata da piogge improvvise, riunioni di culto, ecc..

La Spagna, durante il periodo della colonnizzazione africana, finanziò studi e ricerche per individuare le risorse naturali e le attività produttive delle terre sotto il proprio dominio. Le ricerche più importanti accertarono l'esistenza di risorse idriche e minerarie e furono tracciate le prime carte della zona e alcune guide disegnarono mappe, dove furono riportati i pozzi e le sorgenti che i nomadi, fino a quel momento si erano tramandati oralmente. Da allora avvennero decisivi mutamenti, e sia il governo spagnolo che alcune compagnie gestite da privati iniziarono ad interessarsi dello sfruttamento economico di questa regione,

La Società Geografica di Madrid intervenne attraverso i suoi esperti, riuscendo a farsi accettre dalle tribù locali e facilitando l'inserimento coloniale, di modo che le ricerche e le espolorazioni potessero rendere possibili la conoscenza di quel "territorio inospitale", delle popolazioni che vi abitavano e degli usi e costumi di molti accampamenti che vi transitavano.
Il Sahara Occidentale era dunque una incerta realtà geografica che aveva acquisito una "individualità politica" solo dopo la Conferenza di Berlino del 1884-'85. 
La popolazione autocotna, ignorando le delimitazioni tra Marocco, Algeria e Mauritania, continuò a "nomadizzare" in tutto il Sahara, ma in seguito a causa dei controlli coloniali francesi e spagnoli, le frontiere che fino ad allora erano state artificiali divennero limiti reaii. La vita dei nomadi subì trasformazioni dovute principalmdente alla nascita i piccoli centri urbani e alla sempre maggiore sedentarizzazione forzata, che favoriva il controllo dei territori e dei suoi confini. In conseguenza di ciò i nomadi acquisirono anche la consapevolezza della loro peculiarità territoriale rispetto agli altri abitanti dell'Africa occidentale. 
Nel 1975 cambia lo scenario, finisce la colonizzazione spagnola, ma non avviene la decolonizzazione più volte auspicata dall'ONU, in quanto il Marocco - con atto unilaterale - si annette tale territorio, e da ciò scaturiscono due fatti contrastanti che daranno origine ad un contenzioso giuridico ancora in atto:

1. il ritiro della Spagna (in seguito al cambiamento della sua politica e alla restaurazione della monarchia dopo la morte del Generalissimo Franco)

2. l'occupazione del Sahara Occidentale (prima della decisione ONU sulla decolonizzazione) da parte del Marocco e della Mauritania che in seguito si ritira dal conflitto. 

Durante il periodo della decolonizzazizone spagnola re Hassan II, in base ad una pretesa territorialità risalente allo sceriffato Almoravide, dette inizio a una progressiva politica espansionistica per realizzare il progetto del "Grande Marocco". Nel 1975 il Marocco, approfittando di un momento di incertezza politica e considerando l'ex Sahara occidentale spagnolo "terra nullius", invitò la popolazione marocchina a partecipare ad una manifestazionne popolare chiamata "Marcia Verde" intesa a superare la frontiera per "riunificarsi con i fratelli (?) Sahrawi" per annettersi tale territorio.

In quello stesso anno il popolo sahrawi ebbe la promessa, poi non mantenuta, dell'indipendenza da parte della Spagna e l'annullamento dei confini da parte del Marocco. Due situazioni, differenti tra loro, che hanno creato  ai saharawi uno stato confusionale dovuto all'aspettativa di indipendenza, poi negata e al ritardo da parte delle forze competenti - l'ONU - nell'esprimersi  in merito.

Con l'arrivo dei coloni marocchini, si è avuto un notevole aumento demografico dovuto non solo all'incremento della natalità ma anche all'immigrazione nei più importanti agglomerati cittadini e soprattutto nella capitale Laayoune, per le maggiori opportunità di lavoro offerte. Questo sviluppo va ricollegato alle migliori condizioni di vita, a causa degli spostamenti territoriali. i valori di natalità - anche con le ultime migrazioni e la sedentarizzazione forzata - si erano mantenuti bassi. 

Oggi nel Sahara Occidentale si riscontrano notevoli mutamenti sociali: mentre una parte della popolazione sahrawi che non ha accettato l'autorità governativa del Marocco si era trasferita nei campi profughi messi a disposizione dall'Algeria, l'altra parte si è concentrata in nuovi piccoli insedamenti urbani. 

Attualmente la popolazione concentrata nei principali centri urbani, è composta in maggioranza da giovani al di sotto dei 20 anni. Un miglioramento di condizioni è avvenuto pure tra i Sahrawi dei campi profughi, grazie ai più proficui rapporti fra le diverse componenti delle varie tendopoli e in virtù dei buoni rapporti sociali della RASD e del Polisario, nonchè degli aiuti alimentari e sanitari internazionali ricevuti. 

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Fonte Sahara occidentale -Silvana Grippi -  Firenze Edizioni DEA - 1996

Qui di seguito troviamo una nuova carta geografica quindi la situazione andrebbe rivisitata e mi prometto di farlo appena possibile.

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Ultimo aggiornamento ( Sabato 10 Giugno 2023 12:43 )  

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