Con questo scritto vorrei raccontarvi la mia esperienza di studentessa fuori sede a Firenze.
Penso di aver scelto una delle città più belle per vivere la mia esperienza da studente fuori sede. Ricordo ancora come se fosse ieri, il giorno prima di partire.
Mi sentivo già grande, una donna che andava via da casa a 18 anni per pensare al suo futuro ed un futuro migliore. Camminavo per casacercando di ricordare le ultime cose da portare via, gli affetti personali, una semplice foto, perché sapevo che mi sarebbero mancati e che non sarebbe stato facile lasciare la mia vita di sempre.
Ricordo ancora l' 08/09/2008: giorno della mia partenza e dei mille lacrimoni.
Non volevo più partire, volevo restare a casa con mamma e papà, lo percepivo in modo strano "come una mancanza di rispetto nei loro confronti, un abbandono".
Allora la domanda sorge spontanea; perché andarsene così lontano?
Perché non continuare a studiare a pochi km da casa senza abbandonare la propria vita?
Domande di circostanza che si fanno senza ricevere alcuna risposta.
Mi autoconvincevo che volevo vivere una nuova esperienza, volevo mettermi alla prova sperando di esserne all'altezza. Il pullman iniziava a partire, un pugno allo stomaco. Ma arrivata a Firenze me ne sono subito innamorata. E' stato un amore a prima vista, anche se c'ero già stata, non la ricordavo così bella.
14/10/2012: - Vivo a Firenze da ormai quattro anni. Ho ottenuto quello che volevo: imparare a cavarmela da sola!
Se tornassi indietro, rifarei le stesse scelte, premettendo che il mio piccolo paese e i miei affetti più cari continuano a mancare ma penso che un uomo/donna per crescere debba staccarsi dalla quotidianità, buttandosi in una nuova avventura, così come ho fatto io. E poi ho imparato a cucinare, a stirare, a lavare i piatti (subito dopo mangiato). Cose dell'altro mondo!
Non mi resta che citare una strofa della canzone di "Firenze di Pieraccioni" per ringraziarla di avermi adottata:
Giuseppina Barbetta/ DEApress
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