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"Oltre il reportage- Scrittura e giornalismo".

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ALL' UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI FIRENZE  "Oltre il reportage-Scrittura e giornalismo".

 

Si è svolto venerdì 8 marzo l'evento organizzato dagli studenti e studentesse di Media e Giornalismo dell'università degli Studi di Firenze e dall'Associazione DEA  nella Sala offerta dalla Facoltà di Lettere e Filosofia. Il nostro fine era quello di celebrare e ricordare donne scrittirici e giornaliste il cui sacrificio per la libertà di informazione non viene riproposto dai media nazionali e spesso non divulgato adeguatamente. L'evento della lettura dei testi si è snodato lungo un percorso variegato, che ha visto protagonisti ed ospiti anche scrittori e giornalisti d'oggi, i quali, attraverso la presentazione delle loro opere, hanno approfondito l'argomento dell'incontro da punti di vista diversi.

Ripercorriamolo dall'inizio. Il pomeriggio si è aperto con la lettura recitata dagli interpreti Simona Mariucci, Claudia Matruglio, Laura Pranzini, Fali Ipupa Coulibaly e Silvana Grippi e accompagnata da immagini, la cui proiezione è stata curata da Francesca Dari,  di un copione che ripercorreva dall'ottica delle varie protagoniste la vita e la morte di 22 giornaliste, chiamate a testimoniare della loro sorte e a riproporre stralci di articoli, saggi e note autobiografiche scritti in  vita.
Il gruppo era eterogeneo per provenienza e campi di interesse: alle italiane Graziella De Palo, Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli si sono affiancate donne degli Stati Uniti -Marie Colvin- e dell'America Latina -Ana Maria Marcela Yarce Viveros, Rocio Gonzalez Trapaga e Regina Martinez-. Non sono mancate presenze asiatiche, sia dall'Estremo Oriente con Mika Yamamoto che dal Medio Oriente, rappresentato da Zakia Zaki, Sarwa Abdul-Wahab. Dalla Russia provenivano le donne che in questi anni si sono spese per testimoniare la guerra cecena,  tra le altre Anna Politkoskaja e Anastasia Baburova. Dall'Africa veniva Elisabeth Blanche Olofio.

L'atmosfera è poi mutata con l'entrata in scena della giovane scrittrice Caterina Luzzi, che ha catturato l'attenzione del pubblico parlando della sua prima raccolta di racconti, intitolata Il bambino dagli occhi di resina (Felici editore, 2013). Le domande poste dalle due intervistatrici Claudia Matruglio e Simona Mariucci (tirocinanti dell'Associazione DEA) hanno portato alla luce retroscena sulla composizione, cenni autobiografici dell'autrice e linee di lettura inedite.

Dopo quello riservato alla giovane autrice caterina Luzzi, è stato dato spazio alla presentazione di un altro libro. Diverso il genere, diverso l'autore. Si tratta di Riccardo Michelucci, giornalista e scrittore noto anche al grande pubblico per i suoi articoli su Avvenire, Left e sui periodici del gruppo editoriale L'Espresso. Da sempre attento a temi di rilevanza sociale e di memoria storica, come testimoniano i suoi titoli Mentre il vecchio ponte ricominciava a vivere (Riccardo Michelucci editore, 2013) e Storia del conflitto anglo-irlandese. Otto secoli di persecuzione inglese (Odoya editore, 2009), venerdì ha presentato la sua ultima fatica, L'eredità di Antigone. Storie di donne martiri per la libertà (Odoya editore, 2013). Un tema così attinente al nostro da presentarsi come la naturale continuazione delle letture iniziali. Michelucci ha indagato il passato di dieci donne la cui rilevanza storica non sempre è stata pienamente riconosciuta ed apprezzata, ma che hanno svolto un ruolo di primaria importanza nei conflitti e nelle situazioni che si sono trovate a vivere. Citiamo qui, solo per dare un assaggio delle variegate biografie che popolano il saggio di Michelucci, la partigiana toscana Norma Parenti, la suffragetta inglese Emily Davison, la giovane tedesca Sophie Scholl.

L'evento si è chiuso con la proiezione della video-raccolta Donne di sabbia dei fotografi DEApress, composto da Silvana Grippi, Francesca Dari, Lara Fontanelli e Luca Grillandi, che ha permesso un approccio visivo dell'argomento al pubblico, attraverso le immagini di donne multietniche colte nella loro quotidianeità. 

E' stato interessante e formativo partecipare all'evento in qualità di organizzatrici e ci auguriamo che lo stesso sia stato per il pubblico che ha assistito. Il tema, ci piace sottolineare per l'ultima volta, permetteva di conoscere storie e protagoniste troppo spesso accantonate dai percorsi storici ufficiali e di celebrare la festa delle donne con la dovuta compostezza e dignità.

Simona Mariucci e Claudia Matruglio

 

 

 

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Ultimo aggiornamento ( Giovedì 14 Marzo 2013 13:19 )  

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