Parere di Paolo Solimeno
Ineccepibile quanto intempestivo. Sono dodici anni che non partivano "messaggi al parlamento" dal Quirinale.
Però è vero che la situazione è un'emergenza vecchia, ma pur sempre un'emergenza in cui si trovano a soffrire 67.000 persone titolari di diritti fondamentali come quelle fuori e che proprio a gennaio 2013 la Corte di Strasburgo ha minacciato sanzioni se entro un anno non si rimedierà alle pessime condizioni di detenzione, quindi quasi ci siamo. Allora che vadano avanti a trovare soluzioni radicali e durevoli, ricordandosi almeno che gli effetti dell'indulto del 2006 furono riassorbiti in meno di due anni, il 26% dei reclusi è tossicodipendente; 27.000 (!) sono lì per la legge Fini-Giovanardi sulle droghe; solo il 10% è lì per scontare una pena definitiva; il 36% sono stranieri; il 96% sono maschi, ecc. (v. istituto Cattaneo, Istat, clandestinoweb, ecc.)
Insomma, se ne parli, ma questa maggioranza non si troverà certo d'accordo per risolvere il problema del perché tanta gente subisce processi penali spesso laboriosi e costosi ed ENTRA in carcere senza aver commesso reati davvero lesivi di diritti di rango costituzionale, o per risolvere la storica inefficacia delle pene alternative alla detenzione; allora troverà solo il modo di mandar fuori chi ha da scontare pene lievi e tra qualche manciata di mesi saremo daccapo.
E se con l'ennesimo provvedimento tampone si garantirà a Berlusconi di non scontare nemmeno una settimana di arresti domiciliari per condanne ricevute o avvenire non sarà un gran problema, ma le anime belle di Formigoni, di Alfano e via e via, che oggi scopriamo esser lettori di Beccaria da quando noi giocavamo con i soldatini, ce lo lasceranno dire che l'uguaglianza dinanzi alla legge, bella o brutta, in Italia è principio di incerta applicazione...
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